su "Se i muri potessero raccontare"
"Se i muri potessero raccontare" di Maurilio Riva prima di essere un libro è una comune preoccupazione: "Immagina se questi muri potessero raccontare… ah se potessero parlare!", direbbe la mamma, la zia, la nonna, chiunque abbia condiviso e poi cercato di tenere stretto un gossip familiare. Perché i muri sono una parte significativa della nostra esistenza (le mura domestiche) o pericolosa (crollo dei muri), segreta, custode di un tesoro da un valore inestimabile significato dalla parola.
Per Riva i muri in questione sono affaticati dalla fatica fisica, rigati dal sudore, dalla politica delle lotte di classe e dalle distrazioni che provocano incidenti. Sono i muri delle fabbriche sui quali operai giovani e vecchi poggiano la spalla per fare resistenza o, comunque, per riposare.
“Se i muri potessero raccontare è un romanzo nel quale la natura del narratore viene palesata dal sottotitolo Memorie operaie in cemento armato […]”. Memorie, appunto, dove la sfida dell’autore – operaio stesso – è non dimenticare gli accadimenti che hanno segnato un’epoca. Per farlo si avvale della finzione (per meglio dire, “azione”) di alcuni personaggi che appaiono e scompaiono col ritmo della narratività. Prima di lui – a memoria, appunto – soltanto Antonio Pennacchi ha osato raccontare le storie di fabbrica, la sua fabbrica, restando accollato alla scena madre che allatta il fumo nato dallo scarico. Poi c’è il cemento armato, materiale resistentissimo che si mescola, dunque, con la fragilità della mente.
“[…] Sono memorie in cemento armato in quanto testimonianza dei muri della fabbrica, memorie coriacee poiché granitici erano quegli anni per la durezza delle battaglie e il tipo di conflitto”, si legge in quarta di copertina. Questa memoria è guida per una storia che, seppure chiamata “romanzo”, somiglia a una raccolta di mini-racconti dove luoghi e persone fanno del tempo una materia penetrabile. Tutto cadenzato dall’intervallo dell’autore che interviene introducendo chi verrà dopo “a focalizzazione zero o meno”. Poco importa, qualunque sia il punto d’osservazione letterario resta la descrizione della polvere, la prova a misura di consistenza, gli accadimenti di una continua battaglia votata all’istinto. Un istinto libero di manifestarsi, operaio appunto.
Se i muri potessero raccontare
Unicopli
221 pagine
8840019464