su "Il ladro di cadaveri"
Se non avete mai letto Stevenson, avete perso un'occasione straordinaria di incontrare un vero romanziere, un narratore insuperato di "storie", con la capacità di incantare ed avvincere l'ascoltatore - o il lettore - e di tenerlo interessato fino alla fine del racconto.
In questo libro sono raccolti due brevi racconti, di genere horror, che dimostrano in pieno la bravura e l'arte di Stevenson.
Il primo racconto, che dà il titolo al libro, "Il ladro di cadaveri", ci fa piombare in atmosfere cupe, con personaggi ambigui, alcuni di poco carattere, altri di troppo intenso ed avido desiderio di ricchezza e di potere, vere ambientazioni gotiche, cimiteri di notte, cadaveri trafugati, che improvvisamente acquisiscono vita propria, su di un calesse lanciato al galoppo, sotto una luna dolente e tragica, per una storia altrettanto angosciante e senza fine.
Al largo dell'isola di Mull, in Scozia, l'autore ambienta poi il suo secondo racconto, intitolato "Gli allegri compari", i famosi "Merry Men" sulla cui identità vi lasceremo almanaccare, un tipico racconto del suo miglior genere.
Qui troviamo la descrizione straordinaria dei luoghi selvaggi e del mare, ancora più selvaggio, ci vengono raccontate le gesta di Carbonari italiani, tesi a braccare un banchiere che li ha truffati di una notevole somma di denaro, ci vengono presentati i personaggi ed i loro personali demoni, sempre incombenti sulle loro vite.
Meraviglioso Stevenson, che non tradisce mai le aspettative: ed in fondo, che cosa chiediamo ad un libro di racconti?
Che ci faccia divertire, che ci faccia rabbrividire, ma che valga il tempo - il nostro prezioso ed unico tempo - che gli dedichiamo.
Il ladro di cadaveri
BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
146 pagine
881704900X