su "Voli di Falene"
Sono un inno alla vita le poesie di Alarico Bernardi; promanano nude e schiette da un animo sensibile, senza nessun artificio letterario che sa di falsità costruita a tavolino. La cecità totale che l’ha colpito dal 1997 aggiunge qualità al suo spirito veggente che guarda con gli occhi del cuore, senza mai perdere l’entusiasmo e la lena.
Un certo spirito eroico fanno di lui un titano del sentimento che non si arrende, ma cerca la luce nel buio, sicché ne deriva un piacevole gioco chiaroscurale dove è presente sempre la risalita dopo l’inabissamento. Un refolo di poesia pura dotata di naturale musicalità denota la sincerità del sentire e la predisposizione alla poesia. Già a dieci anni si scoprì poeta, anche se si avverte l’amarezza di aver avuto deboli riconoscimenti del suo poetare, che invece mi appare degno di nota.
Presente è il dolore di cui è costellata la sua esistenza, ma mai rassegnazione, semmai vitalismo che lo porta a cercare l’enigma della vita al di là delle sovrastrutture intellettuali. Poesia vera e non intellettuale di immediata comprensione senza scivolare nella banalità del sentire. Le immagini sono curate e le parole precise anche se non volutamente ricercate, ma quel che emerge come dato costante è l’armonia del suono e la musicalità che è il filo rosso della silloge.
La dedica alla moglie Teresa, ragione del suo divenire, ben chiarisce la vita del poeta che è ricerca costante di un centro di gravità permanente, e nasconde tutto il bisogno di fuggire la solitudine nella quale la cecità può condurre. Il poeta cerca nella poesia un interlocutore a cui rivolgere i suoi pensieri , certo che sono il dialogo esistenziale può aggiungere qualità ad una vita, che ha anche sperimentato la fragilità umana nel terremoto aquilano del 6 aprile del 2009. Ora vive a Cuneo, esule in patria, in compagnia dei suoi nobili versi.
Voli di Falene
Apollo edizioni 2016
86 pagine
8898435584