su "Mia madre è un fiume"
Suadente, lineare, paziente. Con la sua scrittura Donatella di Pietrantonio guida l'io narrante lungo i percorsi della memoria: una memoria che è in parte personale e in parte collettiva, e che vuole trasformarsi in faro per la mamma della protagonista, che di memoria ne perde invece ogni giorno un po' di più. La narrazione si muove sul tortuoso territorio pedemontano del Gran Sasso, fino a farsi memoria del quotidiano e perciò universale.
"Sono stanca di lei. Di portarne i segni nella vita. Non mi sono liberata. Lascio che mi occupi, ancora. Che m’infesti. Reagisco e perdo tempo. Continuo a girare in tondo senza trovare la via di uscita dalla sua orbita verso altri mondi. Vado invecchiando, in questa immaturità." (Donatella Di Pietrantonio)
Mia madre è un fiume
Elliot
179 pagine
8861921612