su "La casa di tutte le guerre"
Tutto inizia dallo sguardo di una bambina di dieci anni. Silvia è per metà bolognese e per metà rocchigiana: vale a dire, per metà cittadina e per metà paesana. È la protagonista di “La casa di tutte le guerre”, il nuovo romanzo di Simonetta Tassinari, e racconta in prima persona i fatti che le sono accaduti nell’estate del 1967, tra la melodia di “Yesterday” e la frescura delle notti in collina. Teatro della sua estate è la casa di nonna Mary Frances Higgins, un personaggio che spicca per la sua eleganza e per la compostezza del suo dolore. Come tutti i bambini, Silvia molte cose non le capisce ma ha una sensibilità spiccata per l’essenziale: questa sensibilità, o questa incoscienza, la spinge oltre le apparenze e perciò verso una bambina difficile da gestire, emarginata da tutti, Lisa Bandini. Il rapporto tra le due bambine si sviluppa e si interseca con un piccolo giallo famigliare, una “guerra” iniziata con un amore tragico e non ancora finita, anzi insabbiata nelle cose che non si dicono, nei rapporti non risolti, negli anni che sono passati. La chiave di volta è in una soffitta, misteriosa ma accogliente come una presenza benevola: un luogo dove il tempo si è fermato e dove le domande si autoalimentano, anziché trovare risposta.
La storia è raccontata in prima persona, con una luminosità leggiadra e ammiccante che riesce a interpretare il mondo inspiegabile dei grandi con un sorriso duraturo, che tuttavia non ridicolizza né smorza il dolore. Le soluzioni vengono fornite dall’autrice con garbo, una alla volta: appena il lettore crede di aver capito tutto, si accorge che c‘è ancora qualcosa che manca. La scrittura vivace e intimista di Simonetta Tassinari strappa più di una volta un sorriso e porta con sé un’autoironia a tratti fumettistica, che mai scade nel banale o nel ridicolo. “La casa di tutte le guerre” ha un titolo rutilante, che può sembrare minaccioso, ma di cui invece si può fidare perché regala una lettura scorrevole e commovente, adatta anche a sotto l’ombrellone.
“La mia capacità di ospitare dentro di me sentimenti così contrastanti, pur seguitando ad avere sempre gli stessi occhi, naso e bocca, mi meravigliava."
La casa di tutte le guerre
Corbaccio
252 pagine
8863809003