su "Ancestrale"
Un libro di versi è sempre una testimonianza di vita, ha sempre il sapore di un’esistenza distillata in frammenti, proposti affinché altri ne sappia e ne gusti quei sapori. In presenza di una raccolta di poesie che Goliarda Sapienza non volle pubblicare, ci si potrebbe chiedere perché (parafrasando il curatore Angelo Pellegrino, custode prezioso della sua eredità, che ricorda quanto pudore abbia impedito all’autrice di pubblicare “a quel tempo, una plaquette per amici e conoscenti” – magari in attesa del grande editore, che non venne), se oggi non sembra appunto spudorata questa pubblicazione. Invece era necessario proporla, alla critica, agli occhi dei lettori, quelli che già conoscono la scrittrice de L’arte della gioia e L’università di Rebibbia, e quelli che non la conoscono ancora. D’altronde, era un libro già pronto, nella scelta e nella disposizione dei testi, dall’iniziale “A mia madre” al conclusivo “A mio padre”. Si continuano a scrivere autobiografie, più o meno serie, più o meno vere, più o meno “auto”. L’arte della gioia potrebbe ritenersi un'autobiografia involontaria, di Goliarda Sapienza; mentre il più recente volume Io, Jean Gabin potrebbe leggersi come un’autobio-grafia straniata, volutamente costruita come le piaceva presentarsi. Allora questa raccolta postuma di poesie, Ancestrale (com’è bello, questo titolo!), dovrebbe potersi leggere come la vera autobiografia, malgrado scritta quando Goliarda aveva poco più di trent’anni. Ma c’è dentro tutta lei, ci sono i suoi gusti e i suoi difetti umani, la sua famiglia e la sua terra, i suoi paesaggi, i suoi libri. Ed ecco perché è bene che sia stata pubblicata, questa raccolta postuma (con l’aggiunta di una piccola silloge in dialetto, già apparsa qualche anno fa). È il più bel libro d’amore che l’autrice abbia scritto. Amore per la vita, più che per qualsiasi persona, e forse perciò la vita come gioia, come “arte della gioia”, e forse perciò la poesia come vita, in quanto arte, poiché Goliarda Sapienza ha vissuto e amato la vita, ha gioito e sofferto per un’arte, la sua, che avrebbe meritato di più – e lei lo sapeva – ma le dava comunque un senso all’esistenza, e una misura alla stessa esperienza di artista.
Ancestrale
La Vita Felice
193 pagine
9788877994875