su "Mani calde"
Un libro-gioiello sin dalla copertina, deliziosamente naif, che ci dà già un input per capire chi saranno i protagonisti di questa dolcissima storia che si volge tutta nel reparto di terapia intensiva di un ospedale: un medico chirurgo e un bambino. L’autrice Giovanna Zucca, conosce molto bene questo ambiente perché lavora come infermiera strumentista e aiuto-anestesista in una sala operatoria; di lei sappiamo ancora che è piemontese di nascita e veneta d’adozione e che tra un turno a l’altro si è laureata in filosofia.
E’ un perfetto melange di ironia e commozione quest’opera prima della Zucca, che riesce magistralmente ad alternare le voci di tutti i protagonisti e i loro punti di vista, adottando un linguaggio ad hoc per ognuno di loro. Raggiunge il top quando a parlare è il piccolo grande Davide, il bambino attorno a cui ruota tutta la storia: lì la Zucca è semplicemente perfetta, ci fa sorridere e commuovere e dimostra di conoscere profondamente il mondo dei bambini. Ottima anche la descrizione psicologica e il modo di parlare di Patti, il personaggio femminile chiave della vicenda, e perfetta anche la descrizione del cambiamento radicale che fa il chirurgo, Pier Luigi, grazie proprio a Davide e a Patti.
Sono 250 pagine che si leggono tutte d’un fiato innamorandosi di Davide, naturalmente, ma anche di tutti gli altri personaggi che si ritrovano uniti davanti alla sofferenza; uno splendido romanzo d’esordio con una morale che ci trova totalmente consenzienti: chi guarisce il prossimo guarisce se stesso.
Mani calde
Fazi Editore
250 pagine
886411274X