su "Di tutte le ricchezze"
Un paese sperduto in montagna, un professore poeta che si è ritirato dalla vita di città. Con il suo fedele cane Ombra, passa le giornate a parlare con i saggi animali del bosco, gli stravaganti abitanti del vicino paesino, aspettando la telefonata sbrigativa di un figlio lontano. Queste le sue uniche attività. Martin sembra ormai abbandonato alla sua solitudine, non necessariamente cattiva, ma insipida. Il passato sembra solo un ricordo lontano, lasciato tra le pagine dei libri, nascosto tra le poesie del Catena, l'illustre quanto discusso poeta, che abitava nel vicino paesino, di cui il professore è il massimo esperto. L'arrivo di una coppia di città, rumorosi vicini carichi di tecnologia e stress, scompiglia la routine di Martin. Viene invaso il suo eremo dalle richieste dei due, sull'orlo di una crisi sentimentale, e lavorativa.
Cerca, da vecchio saggio com'è, di riappacificare e consigliare, ma il professore fa l'unica cosa sbagliata: si innamora.
Lei che ricorda un suo vecchio amore, risveglia le fiamme del suo cuore, mentre lui gli rinfaccia la sua gioventù di egoistico amante.
Il mistero del Catena, della ragazza del lago, i segreti custoditi dai cittadini. Le poesie e le continue incursioni animalesche fanno da sfondo alla vicenda.
Stefano Benni unisce poesia e racconto, i personaggi sempre nel suo stile, sono a metà tra il fantastico e lo stereotipo delle persone comuni, leggero si lascia leggere senza fatica, sempre condito dall'umorismo che lo contraddistingue.
Belle le poesie, mi danno qualche spunto per scriverne di mie, perché anche se attraverso il personaggio di Martin, Benni insegna al lettore... cosa? La risposta a questo, il messaggio finale mi dispiace, dovrete trovarvelo da voi, leggendo il libro.
Di tutte le ricchezze
Feltrinelli
205 pagine
8807019108