su "Conta le stelle, se puoi"
Una bella storia, quella di Moise Levi, che a 23 anni lascia Fossano con un carretto di stracci per andare a fare fortuna a Torino. E così sarà grazie al suo fiuto per gli affari. La sua, diventa una grande famiglia con i propri affanni, le gioie, le cene e i silenzi.
Ambientato negli anni mussoliniani della marcia su Roma, la scrittrice, per usare un'espressione di Paul Celan, non ci racconta "ciò che era stato perché è conosciuto", ma “ciò che sarebbe potuto essere” se in un giorno del 1924 a Mussolini fosse preso un colpo.
La bravura di raccontare la storia di una famiglia comune, ma dai risvolti amari per ciò che la stessa rappresenta, è quella di far sentire che la vita scorre sempre e che l'epoca storica che viviamo oggi si è fatta anche i perseguitati del Nazismo e del Fascismo: non bisogna mai arrendersi al silenzio dei morti della Shoah e ricordarsi sempre che ognuna delle rughe che prima o poi nascono sul nostro corpo, fanno parte anche di coloro a cui i lager hanno negato la scelta di in che modo vivere la giovinezza, la maturità e la vecchiaia.
Conta le stelle, se puoi
Einaudi
257 pagine
8806203037