su "Loro non mi vedono"
Una silloge di racconti dal sapore intenso e vibrante, uno scavo psicologico acuto dentro la vita e la morte.
La dinamica della trasformazione dell’essere analizzata fino a toccare le corde più profonde dell’animo, dall’esuberanza della giovinezza, ai sogni accarezzati e rincorsi, all’inesorabile fine del tutto. L’amore, in presenza e in assenza, resta nel ricordo come una lama tagliente. Anche l’amore omoerotico femminile trova spazio di espressione coraggiosa con parole dolci e profonde, come solo le donne sanno scambiarsi.
Tra donne, che ci sia amicizia o affetto, le parole arrivano alate e colpiscono il bersaglio del cuore; le donne sanno sempre cosa dire alle donne mettendo in luce punti di forza e di debolezza.
Intenso e lacerante il racconto di Elvira che si spegne lentamente: “Elvira, Elvira mia, cosa hai mai? Indistinta come una sostanza che evapora, non riesco più a raggiungerti”. La morte descritta come passaggio ad una nuova condizione, mentre non si è “mai pronti a dirsi veramente addio”. Ci sono persone che buttano e altre che conservano: "Ma fino a che punto è possibile riparare un vaso incrinato?”
L’arte orientale insegna che la vita è un'opera di ricostruzione e rimettere insieme i cocci di un vaso è come tornare l’intero, ma questo nella vita non sempre è possibile, a volte i rapporti si esauriscono e si sfilacciano a prescindere dalla nostra volontà: è il tempo che corrode.
Gli amori veri vanno coltivati nelle abitudini del quotidiano: “Il bandolo della gioia è nella vita che si ricostruisce insieme, in alcune abitudini piccole, pacate, nel trovare il proprio posto nel mondo. Nell’avere il coraggio di difenderlo. Elvira mia, io solo accanto a te sapevo chi ero veramente”. Ricorda la canzone di Battiato: “Ho bisogno della tua presenza per capire la mia essenza”.
La vita è un rispecchiamento di anime e di corpi che si cercano, che si trovano e si perdono e si inseguono con infaticabile lena, per poi scoprire che la vita è un nulla, una grande illusione e che i “corpi sono impermeabili” come affermava già l’insuperabile Lucrezio, precorrendo qualsiasi teoria sulla potenza del narcisismo che ci fa credere di possedere e di cambiare gli altri.
Racconti… frammenti di vita che tutti insieme compongono una profonda riflessione ontologica sull’essere e sul divenire, che è la croce dell’uomo occidentale. Questa parvenza di ombra che prende sostanza che si aggruma e si scompone, dando luogo agli infiniti nostri mondi interiori o i nostri demoni.
Loro non mi vedono
Ianieri Edizioni
96 pagine
8897417639