30 di 58

Per quanto mi riguarda, l'impressionismo era un vicolo cieco. Se il pittore prende le mosse direttamente dalla natura, in definitiva non cerca altro che effetti momentanei.

Solo l'artista ormai è tanto affidabile da fornire o meglio creare sin nel fondamento, modelli validi. Nel poeta la natura scorre ancora dall'indifferenziato alla pienezza, mentre la scienza aderisce alla pienezza per consumarla.

Tutti pensano che gli attori sono dei bugiardi. Si dice: "smettila di recitare". Ma io credo che si reciti solo nella vita, mentre nell'arte si persegue solo la verità.

L'artista possiede la sua opera e ci sta seduto sopra guardandosi intorno con aria minacciosa, come una gallina sulle sue uova.

È un paradosso: la danza e la poesia sono tanto simili quanto profondamente diverse, ma al di là di struttura e contenuti emotivi sono unite dal ritmo. D'altronde il ritmo è sovrano di tutte le cose che hanno senso a questo mondo.

A volte mi sembrava che il pennello, che con volontà inflessibile strappava frammenti a quest'organismo cromatico vivo, provocasse l'emissione di un suono musicale.