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I romanzi prendono in mano la situazione e lo scrittore è fondamentalmente una specie di cane da pastore che cerca solo di tenere le cose in carreggiata.

Se vogliamo conoscere il senso dell'esistenza, dobbiamo aprire un libro: là in fondo, nell'angolo più oscuro del capitolo, c'è una frase scritta apposta per noi.

Alla fine la storia finisce come piace al libro. Il libro ti prende la mano. Io non so mai che cosa succede alla fine. All'inizio ignoro perfino chi sia l'assassino. Lo scopro mentre scrivo. Molte volte sono in disaccordo con la storia, quando(…)

Quando in Cina bruciavano i libri, noi li facevamo circolare di nascosto.

Una vita che non sopravviva alla propria morte, in un modo o nell’altro, sulle pagine di un libro o sulla bocca della gente, non è che una cacatura di mosca. O rugiada che evapora al sole.

Tutto quello che si racconta è universale. Solo che adesso a raccontare siamo in tanti. Prima si era in pochi, la fruizione era dunque più lenta, e col tempo si diventava dei classici.

Credo fermamente che tutti gli autori scrivano in realtà un solo libro.

Mi considero uno dei milioni di americani la cui vita non sarebbe la stessa senza le biblioteche che hanno supportato il mio apprendimento.