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Quando scrivi per adulti la responsabilità passa di mano, non è tua, o meglio continui ad averla ma solo verso te stessa.

Responsabilità è una parola importante rispetto alle scritture per bambine e bambini. Sei tu, che sei grande, a scegliere cosa dire loro, e come.

Una cosa che amo tantissimo è scoprire la storia delle parole dietro le parole: a quando risale quel termine in inglese, chi l’ha usato, in che cornice.

Se mi rendo conto che sono distratta o svagata vuol dire che non è il momento di scrivere e quindi faccio uso di quel tempo per leggere, o rileggermi.

La sera non scrivo e non traduco, quello è il tempo per leggere o chiacchierare.

Quando io ho in testa qualcosa fino a che non è un po’ chiaro preferisco tenerlo in questa specie di nebulosa, perché è in quella nebbia che si formano bene le mie storie.

Ci sono degli autori che sono stati molto importanti nella mia formazione di scrittrice e posso fare dei nomi come quelli di Anna Banti, Anna Maria Ortese, Natalia Ginzburg e Elsa Morante.

Io scrivo unicamente per scoprire cosa sto pensando, a cosa sto guardando, ciò che vedo e ciò che significa. Ciò che voglio e ciò che temo.