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I libri andrebbero scritti unicamente per dire cose che non si oserebbe confidare a nessuno.

Scrivere è per me come lavorare all'uncinetto: temo sempre che mi scappi un punto.

La scrittura per me è un tentativo disperato di preservare la memoria. I ricordi, nel tempo, strappano dentro di noi l'abito della nostra personalità, e rischiamo di rimanere laceri, scoperti. Così scrivere mi consente di rimanere integra e di non(…)

Non invento i miei libri: saccheggio storie dai giornali o ascolto con orecchio attento le vicende degli amici. [...] Da questi spunti poi i miei personaggi emergono da soli, con naturalezza.

Mi fa piacere sapere che i miei libri sono letti e amati. Ma con il successo non sento nuove responsabilità. Quando scrivo ho sempre un solo lettore ideale in mente e scrivo per lui/lei, cercando una voce intima, capace di comunicare emozioni.

Chi molto legge prima di comporre, ruba senza avvedersene e perde originalità, se ne avea.