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Penso a quanto possa avere significato per me, più avanti nella vita, il metodo di trasformarsi in uno straccio senza vita. L’arte di lasciarsi calpestare senza perdere l’autostima. Non l’ho usata troppo spesso? A volte funziona, a volte no.

Imparavo che la terra era viva e che esisteva un mondo infinitamente grande che strisciava e volava e viveva la sua ricca vita senza curarsi minimamente di noi.

Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere.

La vita è questa cosa, la cosa in cui si sta, in cui non si può non continuare a stare anche quando teoricamente la vita finisce.

Il lutto è divertente perché non devi sopportarlo per il resto della tua vita: dopo un po' puoi lasciarlo da parte e continuare il tuo cammino senza di esso.

Il dolore non è parte della vita, può diventare la vita stessa.

Se potessi darti una cosa nella vita, mi piacerebbe darti la capacità di vedere te stesso attraverso i miei occhi. Solo allora ti renderesti conto di quanto sei speciale per me.

Io non lo sapevo allora, ma Frida era già diventata il fatto più importante della mia vita. E sarebbe continuata ad esserlo fino al momento della sua morte, ventisette anni dopo.

Il 13 luglio 1954 è stato il giorno più tragico della mia vita. Avevo perso la mia Frida, che avrei amato per sempre. Solo più tardi mi sono reso conto che la parte più bella della mia vita era stato il mio amore per Frida.

Forse il più grande fascino della vita del vagabondo è l'assenza di monotonia.