Dimora dei nonni

Di tanto in tanto tornano, i nonni
sospesi in un bouquet di antichi 
sfioramenti. Se ci precedono 
o vengono a seguirci 
fanno il rumore di un sorriso
resuscitato, malgrado il velo 
che non respira più.
Lui è di un onesto tacito
come sempre, dopo che i campi
li ha addomesticati.
Nel vano di un armadio 
di buchi e tarli, tornano. 
C’è un abito d’organza 
mi veste di lei ‐ per gioco
vado negli anni trenta, sono la statua
del lume a olio, che non si rivela. 
Parla, eppure. Ripete
‐con i capelli lisciati e lunghi 
sembri una signorina uscita da un dipinto‐.
Il coraggio non l’ebbe di dire che lo ero, 
con quella lacrima curiosa 
evaporata nel conforto.