Martire in vetrina

Sei tu l’eroe di questi giorni triti
e delle notti larghe d’asfissia.
Ti spingi in scorci di sorrisi ambiti
tu che ti neghi il sole e scacci via

l’anima pesta in lago morto senza
vento. Tu che ti spremi il sangue in orci
dentro pareti buie ove l’assenza
d’una speranza nutre fuochi lerci.

Ti senti vile e tutti i giorni avanza
un resto d’avaria alla tua bile:
la danza macabra, la testa china

ed il silenzio imploso a tracotanza.
Legno consunto, baco del barile
privo di lustro, martire in vetrina.