Felicità di pescatore
Non pescavo da più di due settimane, da quando i giorni erano diventati cupi e ventosi e allora, vista la mattinata bella calda e profumata dalle camelie, da poco sistemate sul mio balcone, splendidi fiori di una fragranza intensa e delicata, parto per il mare con l’attrezzatura già dalla sera preparata, avendo letto che il tempo sarebbe stato ottimale per uscire a pesca.
Arrivo e son contento, ed anche incantato, perché vedo un mare calmissimo e coperto dei colori blu scuro, azzurro e verde che tutt’insieme non ricordo di aver mai visto…veramente uno spettacolo.
Spettacolo che poi si univa ad un altro che ormai gusto ogni qualvolta scelgo il posto dove lanciare le mie esche e cioè da dove si vedono e l’Etna (oggi proprio “nudo”, insomma prosciugato, senza neve) e Pentedattilo, la roccia a 5 dita, che sono per me, e penso per altri pescatori che pescano qui, una bella compagnia per il panorama, la prospettiva che danno
Insomma, com’era previsto dai meteorologi, si prospettava una bella pescata con un mare così e ammaliato anche da queste due meraviglie che son certo belle da vedere.
Così incomincio e pescare ricreato e rinfrescato da una brezza leggera che intanto s’era alzata…niente di meglio, che vorrei di più, mare e brezza, che come mi capita soprattutto ultimamente, mi son molto cari perché alleggeriscono in qualche modo i miei tristi pensieri.
Comunque, grazie all’esca, al bigattino ed al verme coreano belli freschi e allegri nei loro movimenti sinuosi che attirerebbero qualunque pesce sospettoso, come se aspettassero me venendosi a cibare proprio sotto la mia postazione, mando giù nel secchio uno bel pesce rombo, (direi più strano che bello) ed uno sciarrano di una buona proporzione che per me era fin’oggi sconosciuta.
Devo dire, in verità, che li ho allamati verso la fine ma non c’è niente di meglio nella pesca quando non buschi il cappotto ed inoltre ti svaghi in quello ch’è il tuo hobby preferito.
Per finire, il bello della giornata di pesca non è stato il mio divertimento bensì un signore che mentre raccoglievo l’attrezzatura si avvicinava e vedendomi contento visto lo scadente bottino, mi diceva:
‐”Scusi se le pongo ‘sta domanda”:”Ma lei è contento per aver pescato questi pesci scarsi? …e se avesse pescato magari una bella orata o un bel sarago?”.
‐“Ah, allora non sarei contento ma felicissimo, se pescati poi alla fine” gli rispondevo io.
‐E quello:”Addirittura felicissimo”.
‐“Certo”, risposi.
“Non si può essere felici? Perché, pescare una bella orata proprio quando stai per tornartene a casa con un "cappotto” non è anche questa felicità?”.
Così, con questa bella risposta al solito intruso che ci capita d’incontrare spesso e volentieri, me ne torno a casa con la speranza che domani si riconfermi il bel tempo.