Prestigiosa sobrietà ...
La mattina del 12 dicembre, di quest’anno 2011, mi sono svegliata alla solita ora anche se avrei voluto essere in piedi un po’ prima per presentarmi al meglio all’evento che avevo atteso con ansia e per il quale nutrivo molte aspettative.
Però non è proprio esatto dire che non mi sono svegliata perché non dormivo dalle cinque, quando, ancora buio pesto, è venuta giù una bufera con tuoni e fulmini a ripetizione: sembrava fosse iniziata la terza guerra mondiale, una bufera che si è abbattuta su Roma con una violenza inaudita.
Quindi dal primo tuono sono rimasta in un dormiveglia che mi ha spossato tanto che mi sono alzata più stanca del solito.
Mio marito, tornato dopo aver onorato uno dei suoi impegni mattutini, andare a comprare il pane fresco, mi ha scodellato subito la prima battuta spiritosa della giornata …
“Hai sentito? In tuo onore, il cielo si è prodigato in fuochi d’artificio!”
Si riferiva al fatto che quella mattina dovevo presentarmi in un sito prestigioso, il tempio di Adriano, dove dovevo ritirare una menzione speciale per la poesia che avevo iscritto ad un premio, anch’esso prestigioso, il Premio Laurentum Online.
Per l’importanza dell’evento avrei voluto restaurarmi per quel po’ che potevo: ombretto, eye‐liner , un’ombra di rossetto e un po’ di cipria. Certo non potevo rimettermi i due denti spezzati che ho davanti … questo andava fatto per tempo ma io tendo a rimandare ogni appuntamento medico o similare.
Sono uscita di casa con la faccia acqua e sapone, senza nemmeno un filo di rossetto perché non l’ho ritrovato. Ho raggiunto la mia amica Stefania che era già al cancello che mi aspettava per condividere con me quella mattinata diversa.
Abbiamo raggiunto la prestigiosa meta senza particolari problemi, scegliendo il trasporto pubblico per evitare qualsiasi impedimento sia nel traffico che nel parcheggio.
La sala era affollata ma non piena, io ero invitata e non ho avuto difficoltà ad entrare, tutto è filato liscio come l’olio; non mi hanno chiesto nemmeno un documento come al palazzo della regione Lazio alla premiazione di “Cara Italia”, concorso epistolare dell’associazione Pragmata, al quale ho rischiato di non poter entrare proprio perché non avevo il documento. Questa volta ce l’avevo!
Una giuria di nomi conosciuti e competenti, la stessa che ha premiato Baudo, ha attribuito a “Er motivo”, mia poesia in romanesco, una menzione speciale.
Mi ha fatto piacere ricevere un simile riconoscimento ma quando mi hanno consegnato il diploma, sinceramente … ci son rimasta male.
I vincitori, sia quelli che hanno ricevuto più voti “on line”, da cui prende il nome la sezione del concorso a cui partecipavo , che quelli scelti dalla giuria, hanno ricevuto un’opera d’arte e un altro premio incartato e infiocchettato di molto d’effetto!
Premi eccellenti, concetto più volte sottolineato durante la premiazione, che danno ancora più lustro all’evento supportato da una lunga lista di sponsor.
A me e a tutti gli altri menzionati, non molti, è stato consegnato un diploma in cartoncino della grandezza di un foglio A4, molto semplice.
Per carità, a me piace la sobrietà e sapevo che avrei ricevuto solo quel riconoscimento ma me l’aspettavo un po’ più importante … “più prestigioso”, su una pergamena, caratteri d’oro … mi piace la sobrietà!
Insomma, voglio dire, che forse dopo aver visto i premi precedenti … c’è stata una brusca sterzata,
So che per i menzionati non è previsto un vero premio, la menzione potrebbe essere letta senza rilascio di “alcunché” …
Mi è mancata, però, un po’ di cura, piccoli accorgimenti come un nastrino per avvolgere il diploma e portarlo più agevolmente con meno pericolo di danneggiarlo tornando a casa con la metro … la cura che è segno di considerazione anche per le cose più umili.
Sarebbe andata bene anche una cartellina semplice di carta.
Anche se menzionata non mi sono sentita apprezzata da un premio particolarmente “prestigioso” in un ambiente prestigioso dove tutto era altisonante.
Quel diploma mi è sembrato “di poco conto” come sicuramente sono io … e questo mio scritto forse pecca di immodestia:le poesie menzionate erano veramente “ di poco conto”…!
In questo caso si poteva fare a meno di menzionale.
Propongo l'abolizione delle menzioni.