Terremoto... da far rizzare i capelli
Verso la fine del mese scorso, da queste parti, vi è stata una scossa tellurica di discreta entità e questo mi ha fatto venire in mente una delle tante storie che spesso mio padre, nelle fredde serate invernali accanto al braciere, raccontava a noi figliuoli che lo ascoltavamo, tutti presi dal suo modo così chiaro di esporre, con grande attenzione.
Il terremoto, per chi non lo sappia ancora, è la cosa, per quanto riguarda soprattutto la paura, che mi ha fatto più impressione di qualsiasi altra cosa io possa aver assistito, fin’adesso.
Su quest’ evento mio padre mi raccontò di suo padre che, quando successe il terribile e catastrofico terremoto (e anche maremoto, non dimentichiamolo) del 1908, aveva 23 anni.
Nella sua giovanile esuberanza, mio nonno era scettico sulla pericolosità del terremoto perché, secondo lui, bastava mettersi sotto un pilastro che non ti succedeva niente.
Evidentemente non era così.
Mio nonno, quando sentì la prima scossa, tranquillizzò tutti perché aveva visto che la lampadina si muoveva poco ma quando sopraggiunse la seconda e vide la sedia dove appoggiava i vestiti a terra con ancora i vestiti lì e la tendina della finestra a terra, incominciò a gridare come un dannato:" Presto! Presto! Tutti fuori”.
Quando mia nonna lo vide fuori nella piazza scalzo e quasi nudo, gli disse:” E allora? Non ti sei riparato sotto il pilastro? ”Mio nonno rispose ancora impaurito: ”Min…a, ch’era forte!!!
Così il suo scetticismo sulla non pericolosità del terremoto finì lì.
Ho voluto raccontare questa vicenda che mi ha trasmesso mio padre, dove si capisce, senza mezzi termini, che quest’evento che non si riesce a prevenire ancora del tutto, fa molto paura e non solo per la pericolosità ma per la visione della terra e delle cose che si muovono con un ritmo e un boato da far rizzare i capelli solo al pensarci.
Come successe a me nel 1977, dentro al cinema “Mio Sogno” di Melito e che difficilmente sparirà dalla mia mente.