Marcello Lippi
  • Viareggio, 12/04/1948
  • in archivio dal 6/14/2010

Biografia

Sono stato per due volte l'allenatore della Nazionale. In passato ho guidato grandi squadre di club: Sampdoria, Napoli, Juventus e Inter.

Segni particolari

Quando allenavo club di serie A (uno in particolare...) risultavo antipatico a molti. Ma quando ho vinto un indimenticabile mondiale con l'Italia, nel 2006, in tanti hanno cambiato idea!

Scritti da Marcello Lippi

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Giocare nella Juventus si­gnifica non accontentarsi mai. Vinto lo scudetto? Bene, c'è la Champions. Vinta la Champions? Bene, c'è l'Intercontinentale. Vinta l'Intercontinentale? Bene, c'è da rivincere lo scudetto. C'è sempre poco tempo per(…)

La Nazionale e la Juventus sono state due grandi storie d'amore nella mia vita di allenatore.

Se fossi il presidente manderei via subito l'allenatore, prenderei i giocatori e li attaccherei tutti al muro e gli darei dei calci nel culo a tutti.

Quando alleno, non mi piace fare il padre o assillare. Sono una guida tecnica, ma ci tengo che i calciatori sappiano che, se c'è qualcosa che vogliono confidarmi, io sono a loro disposizione.

Gli atleti che giocano nella Nazionale a prescindere dai vincoli relativi ai rispettivi club di appartenenza, manifestano in generale una grande disponibilità per qualsiasi problema legato al sociale e sarebbero pronti a mettersi al servizio anche(…)

I calciatori sono molto più sensibili ai problemi del Paese di quanto la gente possa immaginare. Purtroppo sopravvivono ancora dei luoghi comuni per cui sarebbero dei viziati che pensano solo ai soldi, alle belle auto e alle donne. Quando posso,(…)

Il mondo del calcio è come tutte le categorie della società: ci sono i buoni e i cattivi.

Il mio papà odiava il potere e, di conseguenza, gli Agnelli che, all'inizio degli anni Novanta, ne erano l'emblema. Per questo motivo quando nel 1994 sono diventato allenatore della Juventus mi sono recato al cimitero in preda ai sensi di colpa e(…)

Con il passare degli anni si cresce, si matura, si migliora e ci si accorge anche di aver sbagliato. Tanti errori li ho fatti. Me ne rendevo perfettamente conto. Poi si cambia.

Oggi viviamo nell'era della specializzazione. Non esiste il tuttologo, ma ognuno è competente in qualcosa.