Dal letto delle ancore

Non c’è comprensione se non
di queste cose addormentate
nel mezzo di una rappresentazione
E qui è la fissità dei porti
dove salparono le voci
“tienimi nel gorgo della tua esistenza
dov’è foce il sopravanzo di cielo e terra”
Con i lampi orlati degli occhi, ci giurerei
ancora assorte umane resistenze
animate da secoli d’eros del bianco e del nero
umanamente a morirsi tra cerchi di pietra
e gli sguardi profumati che a momenti
prenderanno il volo