Cable e suo padre da Padri e figlie

Nessuno riesce a fermarmi, esco dalla scuola e corro veloce più che posso.
Arrivo nel posto in cui mi aspettano. Sono a pezzi. Sono arrivata senza fermarmi e chiedere passaggi. Se mi parlavano, io non sentivo. Avevo la testa da un'altra parte.
Mi siedo vicino a mia madre e mio fratello. Lo so che è colpa mia. Ho sbagliato. Ho pensato solo a me stessa, ma non mi sembrava sbagliato vendicarmi di Vinny. La prima volta non ha fatto tanti danni. Ora, invece ha esagerato. Sono in guerra con lui, ormai. Pagherà per quello che ha fatto. So anche come. Spero che vorrà vendicarsi di me. Decido di chiarire subito la situazione. Estraggo il cellulare, apro il programma per scrivere ed inizio a digitare. Intanto piango.
Caro Vinny, se leggerai queste parole ricordati che devi vendicarti di me. Nessuno sa nulla di questo, almeno per ora, quindi fai del male a me.
Non volevo ferire te o la tua famiglia così tanto. Perché tu vuoi fare questo alla mia?
Smetto di scrivere e lascio che le lacrime cadano dagli occhi. E' giusto che mi concentri di nuovo su ciò che veramente conta per me.
“Come sta?” chiedo.
“Non si sa” risponde Jason.
Mia madre è distrutta, piange e parla da sola, fa i suoi ragionamenti a voce alta tra le lacrime.
“Come è successo, esattamente?”
“Alex ha portato a casa tutti, tuo padre è andato al lavoro a piedi. Voleva camminare, sentire l'aria fresca della fine dei guai. Era una liberazione per lui. Tutto si era risolto e anche lui aveva fatto il possibile. Era contento. Una macchina l'ha investito. Andava a tutta velocità nella direzione opposta e lo ha centrato in pieno. E' corsa via prima che potessimo fermarla. Andava contromano”.
“Non ci siete riusciti o non avete voluto? Era Vinny col padre. Perché nessuno ha fatto niente?”. Piango disperata. Sembro mia madre. “Lo sapete quanto ho sofferto quando ero in un altro posto e lui non era con me. Perché l'avete fatto morire?”
Jason cerca di tranquillizzarmi e mi dice che hanno chiamato l'ambulanza subito. Grazie ad Alex, hanno potuto comunicare tutti i dati dei parametri di mio padre. E' stato fatto tutto il più velocemente possibile.
Però questo non toglie che mio padre stia morendo e che Vinny non sia stato inseguito.
Mi avvicino alla porta in cui mio padre si trova e preparo una base musicale.
Prima di finire di scrivere a Vinny, devo fare una cosa più importante.
“La porta è chiusa e tua figlia aspetta te
Forse non lo sa, ma aspetterà
Forse non sei qui, ma ti aspetterà
La porta si aprirà papà
Voci intorno a me mi dicon che han fatto tutto, tutto
Non posso cedere, non è per me
Non puoi perdere, torna a casa... prova
Io non so se andrò lontano per riprovare
A non sbagliare e tu?
Io vivrò, resterò anche se porte restan chiuse
Non vuoi uscire più
Ti aspetterò perché
Questo è per me
Quello che dico devo sempre fare
Non lascerò mai che
Ti possan prendere
Parla forte ancora
Apri le porte che sei forte
E tu mi vedrai aspettar
Io non so se andrò per il tempo
Per riportare tutto a posto, e tu!
Io lo so tu potrai esser forse
La mia speranza o qualcosa in più
Apri la porta che così sempre qui
Siamo liberi e io
Me ne andrò
Me ne andrò e così non morirai sono qui
Addio, Addio, io...
Io non so se andrò per il mondo a sistemare
Quello che ho fatto
Ma vai tu, vivi tu che più forte potrò cadere e non tornare più
Addio papà”.

Piango e cado a terra col telefono in mano. Sono disperata. Scivolo contro la porta e cado a terra col sedere. Le lacrime scendono dagli occhi. Sento il loro calore. La bocca trema mentre cerco di parlare. Mi sento in colpa. Se non mi fossi voluta vendicare di Vinny, grazie ai viaggi nel tempo, mio padre non sarebbe lì.
La porta si apre e qualcuno esce.
“Chi è che canta e disturba l'operazione?”
“Io”. Ora mi sbattono fuori anche da qui, ma hanno ragione, come al solito.
“Lei è Cable Evans Cantori?”
“Sì”.
“Prenda questi e venga dentro, sempre che non si impressioni”.
Il dottore mi lancia dei vestiti da sala operatoria e del disinfettante. Sono abituata a disinfettare tutto: mia madre è fissata. Mi pulisco bene, mi vesto ed entro.
“Durante il suo potente canto non autorizzato, il paziente ha ripreso conoscenza e ha chiesto di lei. Nonostante l'anestesia e la vicinanza alla fine... ce l'ha fatta. Durate il canto, una volta sedato di nuovo, i suoi parametri vitali, qualunque cosa gli venisse fatta, miglioravano. Lei è sua figlia?”
“Sì”. Strano che non sappia chi siamo.
“Non ho mai visto una cosa del genere in tutta la mia vita. Canti ancora!”.
Canto.

“Papà svegliati
Jessica mi butterà dal letto a vita... se non va al talent
Per colpa mia
Chi mi difenderà?
Si arrabbierà, la scossa mi darà
Papà svegliati... ho bisogno di te
E' colpa mia e lo so, ma non lo sapevo che
Vinny era così malvagio
Facciamo a cambio?”

Un NO deciso riempie la stanza. Tutti ci guardiamo intorno. Mio padre si è svegliato di nuovo e mi ha risposo. Nonostante la mascherina, riesce a farsi sentire.

“Ma lo sai che è colpa mia
Eppure torno a casa mia”

Canto io.
Di nuovo un NO.
“Lasci perdere e cambi argomento, se no dovrà uscire. Sta agitando suo padre” dice il medico.

“Papà fuori piove
Fuori nevica
E' buio è una sera
E' il giorno del talent
E chi ha vinto? Ma Alex!
Esci in fretta c'è più che una festa
Aspetta c'è mamma
E c'è il pigiama che le hai dato tu
Il più bello è quello che ha comprato tu
Perché l'hai scelto tu
Ma un giorno lo sai anche tu
Per quel pigiama c'è una bambina in più
Io sono nata, ma l'hai voluto tu
E quindi adesso non mi sposto più
Per Natale io ti voglio su
Ti canterò le mie canzoni, ti inviterò al mio show
Che importa la parte se non mi guardi tu
Farò tutto però tu,
Dai, vieni su
Per il musical ti voglio su
Per Natale io ti voglio su”.

“Forza papà, mamma piange, sta superando tutte le soglie. Penso che avrà svegliato tutte le invenzioni che ha fatto in questi anni. Non ti arrabbiare, è normale. Si è spaventata, ma se vieni via da qui, poi passa. Sorridimi, papà. Andrà tutto bene”.
“Ma cosa...” i dottori sono stupiti. “Ha sorriso quando ha detto: sorridimi papà. Ma lei ha poteri magici?”
“No, io 'vedo' e prevedo, ma non tutto. Altrimenti avrei saputo che Vinny... Ah, non posso parlarne se no sta male”. Guardo mio padre ma, per fortuna non sembra che il nome possa sconvolgerlo a tal modo.
Le parole che sento bloccano tutti.
“Dì a tua madre che la amo” dice così e poi nulla lo sveglia. Né io, né le canzoni. Resta sedato e non si sveglia. La mia voce lo calma e io devo smettere di piangere per evitare che stia peggio.