Certo non mi dispiacerebbe il paradiso, ma come si dice.. “bisogna avere l’umiltà di riconoscere i propri limiti”, dunque credo che punterò al purgatorio.
Sperando poi nel televoto, ovvio.
E poi a distanza di anni chiacchieri con un amico scherzando su quanto eri stato stupido quella volta, o permaloso, o ingenuo... come se ti accorgessi che non c’è niente di cui averne vergogna, come se quello fosse solo un ragazzo, come se quello non fossi più tu. E invece tu sai benissimo che sei ancora fatto così: puoi aver capito, imparato, scoperto, ma sei sempre un pezzo di quello stesso, a volte permaloso, a volte ingenuo, a volte stupido.