Ai pastori rumeni a Castelrosso

Raggiunto il bosco è il cielo il suo riparo
azzurro ancora intatto brilla vivo
quando il respiro fa tremare un faro
e il sale brucia il sonno del sollievo.
Sente il sicuro lui, la furia spenta
nel fumo nero al letto di metallo
nel sangue del fratello al cimitero
di Castelrosso, al prato del pastore.
Poi il nero‐solo‐nero come il cielo
e come i guanti stretti sul bastone.
Nebbia che cade ‐ punta di un macigno ‐
la madre che gli tira giù il cappello.
Lontano inverno, la carezza cede
al vento e buio il bacio che ha strozzato.