Al di là della tua vita

Grovigli di pensieri persistenti,
compagini d'assidui nodi scorsoi,
soffocavan la gola
e sopraffavan la mente sì erosa,
emblematico scoglio 
d'un mare in tempesta;
violenti marosi, accanendosi,
seppur lentamente, avean teso a disintegrarlo.
Non più riserve, a implementar risorse,
succubi di perenni sferzate d'inclementi onde,
percepite da un inconcepibile sconforto,
comunque insormontabile,
volto a violar lo spirito, 
oltre la mente inerme
e non indenne
da antiche cicatrici mai scomparse,
tatuate con l'ago intinto nel sangue delle vene.
Un gioco amaro e imperituro,
senza regole,
a tu per tu col tuo destino,
che t'appariva truce;
credevi traesse piacere dal tuo soccombere, 
in quanto, nemico di te stesso,
privo di volontà d'esistere,
annaspavi nel buio del conscio e dell'inconscio.
Funambolo incallito,
sul limitar di dimensioni opposte,
di certo ponderavi la ragione d'essere presente,
nel mentre le radici inaridivano,
fino a scindersi totalmente, 
per darti modo di passare oltre,
al di là della tua vita, talvolta odiata,
seppure a tua insaputa.
Il velo sull'ancestrale incognita infinita,
squarciandosi, 
ha dissolto, al tuo scrutare, la tenebra celante,
a sguardi inaspettati e ancor profani,
di ciò che t'aspettava, con pazienza.
La luce eterna, 
dell'anima, divina fonte naturale,
al fin di consacrar l'immortalità preesistente,
t'ha ricondotto al Padre,
che tutto sa e vede.
Forse adesso t'ha reso felice.