Cento 14

C'è qualcosa in me che non si può aiutare:
un annegato, una falla, un boato, una frattura,
un'ustione, un permesso non accordato.
Sta là da non so quanto tempo, mi somiglia e sbadiglia,
farfuglia qualcosa fra il rapido e l'amaro che stava in bocca
prima dei denti, che mi articolava prima delle ossa.
Tutti provano a lanciare una moneta aspettando
che si levi l'eco del tessuto colpito, dell'organo offeso.
Ma non sale niente, se non altro buio.
Forse non sanno di quale abisso è fatto un dolore.