La baia delle balene

Avanza nella baia ad origliare il nulla 
il suo cuore d’alga, s’incupisce 
di quanto inverno copre le acque vuote.
Era uno di loro, la mano di lama 
violenta tra code arenate 
pietre dopo che il guizzo, 
ultimo, donava il suo rosso 
al sonno imbelle e sinistro.
Lo annienta il mare
la squama enorme impacciata 
che rimescola, silenzia, torna sul fondo. 
Un’onda d’oceano 
accorre e non dà sollievo
ricacciata in bocche di sabbia.
Lui la segue, con il lamento di tutti i lamenti 
di madri, figli e vecchie balene 
pronte a morire dove si piega, in pace 
la musica del mare.