Lo iato

Un atomo che vaga in altri cieli
da te strappato come un fiore perso
erra col viso aperto in cento veli
a precipizio invade un lago terso.

Molecola che germina nell’ora
più cupa della terra quasi oscena
nel fondo che ristagna, come spora
in grumi gonfi esplode dalla vena.

La briciola  d’un verbo coniugato
evaporata in gola da un poeta
per il palato evasa in uno iato

è nota sola di colore strato
nell’ombratura che la luce asseta
e atterra in zolla fertile al conato.