Lunare triade di dee antiche

Caduche foglie, a spirale disposte,
sui penduli rami del salice piangente,
riflettentes’intra ‘l lacustre specchio,
a rispecchiar proprie lunghe fronde,
agognanti ‘l vivido calor solare.

Verso ‘l terriccio,
protendon l'innumerevoli braccia legnose,
ond’altresì
l'acquitrino stagnante sposar'e
dell'immot’acqua infin dissetarsi.

Sembra soffrir, a cagion dell’esigua vita,
maestosa mole assai malinconica,
all'imminente notturno avanzar d’imbrunire,
al pur flebile baglior crepuscolar ch'ancor s'avvede,
nel proprio errar vagabondo,
allorquando discende
sovra la folta chioma del salice che piange,
dacché,
col profondo abbraccio che circondarla intende,
porger a esso conforto.

Baciato inoltre dal, di Selene, chiarore,
appar, d'un fiabesco paesaggio
‐ teso a rammentar mitologica credenza
ch’alla Lunare Triade di Dee Antiche,
tal albero omaggi material esistenza ‐
inimitabil appendice.

Straordinario manto ornamentale,
di verde tinteggiato,
parvente pianger lacrim’espressamente amare,
nel generar ombra
‐ entro fugace tenebra ghermente luce ‐
al sempiterno giornaliero epilogo,
in cui anelar riposo all'affaticat’altrui vista,
ch'ha desiato bearsi
d'un'armonica bellezza s’infinita,
dianzi a ceder, ossequiosa osservatrice,
al rigenerante sonno,
ond'aver modo d’aprirsi
e d'appagars'in sogno.