Tattili e pure (percezioni)

ci prendiamo le mani di notte
per non estinguerci
anche un alieno cadrebbe
nel bacio più puro
un bacio cerebrale per l’appunto
un quadro di Renoir
con l’acqua muta quasi malinconica
a dispetto dei bramanti di risa lì affacciati.
la casa che ci alloggia invece
ha aperto crepe a cordoni ombelicali
e il cibo passa a fiotti mentre
irrora bellezza. per tutta questa manna
che abbranca l’aria, l’unica aria
a non curarsi che sia cura illegittima
di quell’esistere stagioni eppure
senza un nome, dopo si è stretti
nell’ombra spatolata, bobina
di petrolio appena s’apre il giorno
e ci trascina in macchie
sulle ginocchia tristi.