Zio Enzo.

Dall’alba della mia infanzia
giungono a me
i tuoi occhi profondi
e azzurri,
pieni di ombre
nello sguardo fermo.
Porta bianca, chiusa,
antica,
grande,
e le nostre due immagini,
la mia di bimba,
proiettata nel futuro,
la tua di uomo giovane,
già destinato alla sofferenza
e le tue grandi,
lunghe,
gentili mani
a ritagliare ballerine
nei fogli a righe
di un quaderno di scuola.
Ballerine legate per la mano,
ritagliavi, zio Enzo.
A che valse nella tua vita,
l’intelligenza,
la genetica pervasa di futuro,
la cultura,
l’amore,
se non poterono salvarti
dal tuo dimani?
Ritorni ame
Quest’oggi,
da una foto,
ma più profondamente
t’avevo impresso
e mai dimenticato
per il gentile amore
che mi hai dato.
Biancolina.