L'irrinunciabile piacere del "mi piace"

"Mi piace", e il nostro cervello gode! Uno spruzzo di endorfine annebbia la nostra razionalità, per frazioni millesimali di secondo. Il consenso, comunque e dovunque, c'intriga, ci rafforza, ci accomuna ad una illusione di unione, di cui, noi, siamo assetati. Sarebbe secondario, secondo gli psicologi, il piacere di ricevere questo segnale, al solo sorriso di un lattante. Si crea, col tempo, una vera e propria dipendenza. Non passa ora o minuto, che l'occhio non debba controllarne la presenza. Gli autori di Facebook non l'hanno buttato lì, tra i tanti segni di consenso che potevano mettere. "D'accordo", "letto", "concordo", "va bene" " potrebbero essersi presentati come sinonimi, ma la genialità del "mi piace" crea e rafforza il Social Network, che a "mi piace" deve il suo successo. Trovare, nel mondo degli sconosciuti, qualcuno che provi piacere per te, affascina, abbaglia. Qualsiasi cosa tu abbia lasciato sulla pagina, uno scritto, una foto, tre parole. Si crea un ponte tra te ed un altro, una alleanza imprevista. Una magica condivisione, impudica, di piacere, ci unisce a esseri, che ignoriamo e di cui, a mala pena, intravediamo una mini effige. Qualcosa di molto più complesso di un sentore di amicizia. Il suggerire piacere ha risonanze ben più ambigue nel paradiso delle sirene della nostra mente.

l.p.r.