Nebbia fatale

L'impatto tremendo lo schiacciò completamente all'interno dell'abitacolo, mentre suo figlio volò fuori dall'auto.
Si svegliò dolorante e intontito, ma si rese immediatamente conto di essere in ospedale, dagli occhi tumefatti riconobbe sua moglie, dalle orecchie udì dei suoni e infine le voci dei presenti. La donna si accorse che si era svegliato e urlò, un urlo forte e acuto; non gli era chiaro se fosse stato un grido di gioia o disperazione, non ebbe il tempo di capire perché ripiombò nel buio.
Una settimana prima.
"Devi portare la macchina dal meccanico" Disse la moglie.
"Il mese prossimo cara, questo mese ci sono troppe spese da sostenere e non possiamo permetterci il meccanico" Rispose lui sorridendo, ma lei ribadì decisa
"Falla riparare lo stesso e poi pagheremo appena possibile" Lei non sapeva tutta la verità; il meccanico, pazientemente, stava ancora aspettando di prendere i € 300,00 dell'ultimo intervento eseguito sei mesi prima.
"D'accordo, vedrò di fare così" Concluse lui. Era sabato, giorno di riposo, i due figli erano a scuola e lui uscì a piedi per recarsi in tabaccheria dove acquistò due pacchetti di sigarette, sufficienti per il fine settimana. Da li si spostò nella vicina sala da gioco dove, mentre beveva il solito aperitivo, fece alcune puntate senza vincere nulla. Sua moglie gli aveva fatto i conti in tasca una volta: tutti i giorni, tra bar, sigarette e giocate spendeva circa € 15,00 ma lui sapeva di spenderne quasi il doppio.
Continuava a ripetersi che si sarebbe dato una calmata, il lavoro era quello che era e le spese da sostenere in casa sempre maggiori; si, da lunedì ci avrebbe dato un taglio.
A mezzogiorno, come tutti i sabati, prese la macchina e si recò a prendere i figli a scuola, la figlia frequentava la terza media, il figlio era in prima. Nonostante l'orario, una fitta nebbia copriva il sole tanto da far fatica a vedere la strada, i ragazzi salirono sull'auto e il figlio disse al padre:
"Papà, non funziona un fanalino anteriore dell'auto, è da sostituire"
"Ok figliolo, la settimana prossima porterò la macchina dal meccanico a farlo cambiare" Rispose il padre.
"Ma con questa nebbia è pericoloso" Lo ammonì la figlia.
"Ma cosa vuoi che succeda, la settimana prossima sarà tutto ok" Tagliò corto l'uomo.
Il fine settimana trascorse tranquillo. Sua moglie era stata indaffarata con i preparativi natalizi e lui aveva poltrito sul divano, mentre i ragazzi si erano divisi tra uscite con gli amici e ore in casa a sonnecchiare.
Il lunedì mattina, a colazione, la donna si rivolse al marito.
"Senti, mi ha detto nostro figlio che non funziona un fanalino dell'automobile, con questo nebbione è pericoloso andare ìn giro, vai subito a cambiarlo, ok?" Lui rispose, quasi sofferente "Ok, ok, tranquilla"
Uscì di casa per recarsi al lavoro, prese l'auto e verificò di quale lampadina si trattasse; faro anteriore lato guidatore, un bel problema. Allora aprì il portafoglio, solo €10,00. Sigarette, caffè, giocata; non aveva i soldi per la lampadina, avrebbe provveduto con calma. Quella sera si recò al paese vicino, aveva infatti l'incarico di recuperare suo figlio ed un suo amico dall'allenamento del basket, erano circa 8 km di strada tra andata e ritorno. Partì in anticipo, la nebbia sembrava ulteriormente aumentata e non si vedeva a un palmo dal naso; poco male, conosceva la strada a memoria. Invece raggiunse la palestra in leggero ritardo e il figlio salì in macchina intirizzito.
"Dov'è il tuo amico?" Chiese il padre
"Deve fare degli allenamenti supplementari per recuperare dall'infortunio, ha già sentito i suoi, arriva suo padre a prenderlo"
"Ok, allora noi filiamo a casa"
"Siamo ancora senza fanalino anteriore" Osservò il ragazzo
"Oggi non ho avuto tempo, ma sta tranquillo, vado domani, tra un attimo siamo a casa"
Aveva viaggiato tutto il giorno in mezzo alla nebbia e non vedeva l'ora di arrivare a casa, anche per quello aveva deciso di fare quella strada secondaria con il suo autoarticolato; scomoda ma molto più veloce. La nebbia fittissima lo aveva rallentato parecchio e anche adesso che stava affrontando quel tracciato tortuoso viaggiava a velocità moderata. All'ultimo momento intravide davanti a se una lucina rossa, una moto o una bici, conosceva la strada e sapeva che allargandosi leggermente sarebbe riuscito a passare agevolmente; dall'altro lato non arrivava nessuno ma quando stava effettuando la manovra vide un faro procedere verso di lui dall'altra parte della strada che costeggiava la carreggiata tenendo la destra; un altro motorino, ci passo, fu il suo ultimo pensiero e poi avvenne il terribile schianto; non era un motorino, era una macchina con i fanalini bruciati e lui con quella nebbia l'aveva scambiata per un motorino. L'autista del camion uscì illeso dall'impatto, mentre per gli occupanti della macchina non sembrava esserci scampo. I soccorsi furono tempestivi, pompieri, croce rossa e polizia stradale arrivarono in pochi minuti, eseguendo alla perfezione i propri compiti, i due occupanti dell'auto furono trasportati d'urgenza al più vicino ospedale in condizioni gravissime.
Oggi.
Si svegliò con un teribile mal di testa, in bocca sapori strani e forti che gli davano il voltastomaco e quell'odore penetrante di disinfettante che sembrava bruciargli le narici. Un'infermiera si avvicinò a controllare i valori dalle varie apparecchiature collegate a lui senza accorgersi che fosse sveglio e lui provò a parlare chiamando:
"Infermiera!"
La donna si girò di scatto e vedendolo sveglio inarcò le labbra in un sorriso di gioia ed immediatamente uscì dalla stanza. Nel volgere di pochi istanti la camera fu invasa da dottori ed infermieri che confabulavano usando termini a lui ignoti, finché dopo qualche istante tutti tacquero e una dottoressa si rivolse a lui gentilmente.
"Buon giorno, mi sente?"
"Si" Rispose.
"Ottimo" Confermò la dottoressa "Ha dolori, fastidi, qualche particolare sensazione?"
"Si, come se mi avesse investito un camion" In mezzo a tutta quella gente si stava facendo largo qualcuno e quando fu davanti a lui il cuore gli sussultò di gioia, era sua moglie. Senza chiedere il permesso lei lo abbracciò e baciò sulla fronte mentre le lacrime le rigavano il viso. Un infermiere fece per farla smettere ma la dottoressa lo fermò "Li lasci fare" Poi si rivolse alla donna "Signora non lo faccia agitare troppo, le concedo dieci minuti" E con un gesto invitò tutti i suoi colleghi e collaboratori ad uscire dalla stanza. La moglie non parlava e lui faticava a riordinare i pensieri ma un triste ricordo folgorò la sua mente.
"Nostro figlio, come sta nostro figlio?" La donna si staccò delicatamente da lui, si asciugò il viso con un fazzoletto, respirò a pieni polmoni e lui si irrigidì mentre lei apriva bocca:
"Sei ancora frastornato, sappi però che il tuo intervento tempestivo ha salvato due persone da morte sicura" Lui non capì.
Quel maledetto lunedì.
Uscì di casa per recarsi al lavoro, prese l'auto e verificò di quale lampadina si trattasse; faro anteriore lato guidatore, un bel problema. Allora aprì il portafoglio, solo €10,00. Un salto dal meccanico, la promessa di pagare al più presto il debito di €300,00 e i €10,00 per la lampadina. Il meccanico, amico di vecchia data, non volle quei soldi e cambiò la lampadina, fidandosi della promessa; c'era ancora gente di cuore.
La giornata finì rapidamente e alla sera si recò a prendere suo figlio al basket. Arrivò puntuale e aspettò pochi attimi prima di vederlo uscire dalla palestra in compagnia del suo amico.
"Presto ragazzi, salite in macchina, fa un freddo bestiale"
"Ciao papà" Disse il figlio "Buonasera" Aggiunse l'amico.
"Ciao ragazzi. Partiamo, con questo nebbione sarà un rientro più lungo del solito"
"Hai cambiato lampadina papà?" Chiese il figlio.
"Certo, non potevo rischiare oltre, in particolare con questo tempo" Poi tutti tacquero, l'uomo era concentrato alla guida e i ragazzi non volevano distrarlo. Dopo aver percorso un paio di chilometri quasi a passo d'uomo, i due ragazzi attirarono la sua attenzione.
"Papà, guarda, appena più avanti, una macchina fuori strada" L'uomo rallentò ulteriormente, fino a fermarsi; a pochi metri di distanza sulla carreggiata opposta una piccola utilitaria era ferma sul ciglio della strada con i fari spenti e qualcuno a bordo. Accostò la propria macchina in una rientranza alla sua destra e decise di scendere a dare un'occhiata, non prima di avere indossato il gilet catarifrangente "Ragazzi aspettatemi qua, vado a controllare" Si avvicinò alla macchina, al suo interno un'anziana signora piangeva e urlava, lui bussò al finestrino e lei si mise a urlare, quindi scese dalla macchina goffamente e tutta tremante parlò singhiozzando "Mio marito non si sente bene, mi aiuti per favore" "Stia calma signora, chiamo subito i soccorsi" Chiamò i soccorsi che confermarono il loro rapido intervento "Ok signora, i soccorsi arriveranno a breve. Adesso pero devo chiederle di calmarsi, devo fare in modo di spostare suo marito e poi l'auto, siete praticamente in mezzo alla strada ed è pericoloso"
Delicatamente riuscì a spostare l'anziano, che adesso era cosciente ma ancora instabile, sul sedile passeggeri e con una piccola manovra spostò la piccola vettura quel tanto da non lasciarla im mezzo alla strada. Tirò il freno a mano e scese dall'auto per dare conforto ai due anziani.
Aveva viaggiato tutto il giorno in mezzo alla nebbia e non vedeva l'ora di arrivare a casa, anche per quello aveva deciso di fare quella strada secondaria con il suo autoarticolato; scomoda ma molto più veloce. La nebbia fittissima lo aveva rallentato parecchio e anche adesso che stava affrontando quel tracciato tortuoso viaggiava a velocità moderata, ma solo all'ultimo momento intravide davanti a lui una luce catarifrangente; l'impatto fu inevitabile.
Oggi, in ospedale.
"Capito? Devi riposare e riprenderti con calma" Lo stava abbracciando forte quando un medico la richiamò "Signora, adesso lui deve riposare" La donna si alzò e uscì dopo averlo nuovamente baciato sulla fronte. Il dottore entrò nella stanza richiudendo dietro di se la porta e disse:
"Adesso che si è ripreso ha bisogno di riposo, tanto riposo"
"Dottore"
"Si?
"Io ricordo di aver fatto un frontale con un camion, un incidente tremendo e mio figlio è volato fuori dall'auto, mi sembra. Invece mia moglie mi dice che ho salvato due persone, due anziani, senza menzionare mio figlio. Mi state nascondendo qualcosa?"
"Le mando la dottoressa, le spiegherà tutto" Rispose il medico senza guardarlo in faccia mentre usciva dalla stanza. Dopo qualche minuto si presentò una donna, una dottoressa, accompagnata da un infermiere, da una donna che disse di essere un avvocato e da un uomo che invece era il legale incaricato di tutelare gli interessi del paziente.
"La trovo bene, il mio collega mi ha detto che ha delle domande senza risposta, vuole confidarsi con me?" Esordì la dottoressa. Lui esitò un attimo, era confuso e un po' intimorito, ma voleva vederci chiaro.
"Si dottoressa, ho bisogno di alcune risposte"
"Certo, ha ragione, ormai è da una settimana che si è ripreso ed è giusto che sappia, ora è pronto" Lui sgranò gli occhi, mentre lei proseguì "Lei è qui da più di un mese, come da contratto stipulato con la nostra azienda, ed è stato in coma fino alla scorsa settimana, un coma indotto e controllato con un sistema innovativo. In questi ultimi giorni abbiamo agito su di lei con una nuova terapia post traumatica per far ripartire i suoi centri nervosi e probabilmente in alcuni momenti il suo sub conscio ha elaborato dei ricordi distorti miscelati tra realtà e sogno, ma tutto ciò ha una spiegazione. Vede, lei fa parte di un programma sperimentale all'avanguardia, stiamo testando dei nuovi farmaci per la risoluzione dei casi di coma o perdita delle facoltà cognitive temporali o definitive. I nostri futuri clienti pagheranno fior di quattrini per poter avere questa cura, con essa avranno la garanzia di poter proseguire a vivere nella loro mente una vita virtuale precedentemente programmata. Volendo, se ci saranno disposizioni o validi motivi, anche chi non ha firmato un contratto potrà ricevere lo stesso trattamento: che so, nel caso di un giovane che resti in coma a causa di un incidente o di qualsivoglia disgrazia"
"Ma è una cosa orrenda!" Esclamò lui.
"Non ci interessa il suo parere, le avevamo sottoposto le condizioni del nostro contratto e lei ha accettato senza riserve. Appena si sarà ripreso definitivamente passeremo alla fase finale dell'esperimento e lei dovrà raccontarci tutto ciò che ricorda, per filo e per segno"
"Io, io devo parlare con mia moglie, devo avvisarla, devo vedere i miei figli prima di andare avanti con questa pagliacciata" La dottoressa lo fissò e poi guardò i due avvocati.
"Senta, lei non ha dei figli e neppure una moglie, quindi e lei che deve smetterla di dire sciocchezze" La dottoressa se ne andò, seguita dall'infermiere e dal legale della ditta, mentre restò il suo avvocato che lesse nei suoi occhi la paura e lo sconforto.
"La dottoressa è stata poco delicata, ma la situazione è questa. L'anno scorso lei si è presentato di sua spontanea volontà per aderire al programma sperimentale già menzionato. Si è sottoposto a tutti gli esami per accertare la sua integrità fisica e mentale e dopo aver superato tutti i test abbiamo letto e controfirmato il contratto con tutte le clausole Come d'accordo ha incassato il 25% del compenso previsto e quando questa storia sarà finita, tra circa un mese, incasserà il saldo di €75.000 per un totale di €100.000. Dopo di che sarà libero di fare ciò che vuole"
"Ma?"
"Aspetti, le ho esposto solo la parte contrattuale, adesso le ricordo ciò che è successo, anche se comunque è a sua disposizione un database contenente le sue memorie. Allora, lei ha aderito a questo programma nel pieno delle sue facoltà mentali perché non aveva un soldo, i suoi vizi l'hanno portata sull'orlo del precipizio. La sua ragazza, la donna che ha visto prima e che le è sempre stata vicino, ha partecipato al programma, sotto compenso e con il suo benestare. Lei non ha figli ne tantomeno una moglie, ma il programma di condizionamento mentale concordato insieme ai medici prevedeva l'ipotesi di vivere una realtà virtuale con tanto di famiglia. Il fatto che lei creda di essere sposato con la sua ragazza è un successo per l'esperimento, lei ha fuso la realtà con le aspettative indotte e questo, glielo garantisco, potrebbe portare ancora un sacco di soldi a voi e di conseguenza a me. I medici sono molto interessati al suo caso, ha fatto registrare enormi progressi alla loro ricerca e nei giorni successivi se ne renderà conto"
Dopo aver constatato che non aveva alternative proseguì a fare da cavia.
I seguenti trenta giorni furono stressanti, fu sottoposto a tutta una serie di test e controlli medici che lo stremarono e, nonostante le sue continue richieste, non gli fu permesso di rivedere la sua ragazza e nessun altro al di fuori della cerchia ospedaliera, l'avvocato gli aveva riletto le rigide condizioni contrattuali; fu dura, ma il mese terminò e i medici si dissero felici per gli ottimi risultati ottenuti. Come previsto dall'avvocato, gli venne proposto un prolungamento del contratto con aumento dei compensi.
"Lasciatemi qualche giorno per pensarci" Fu la sua risposta.
Prima di congedarsi definitivamente dalla clinica ebbe l'ultimo incontro con il proprio legale.
"Allora, come è andata questo mese?" Chiese avidamente l'avvocato.
"Come previsto" Rispose tranquillamente.
"Quindi hai accettato?" Insisté il legale.
"Ho detto che ci avrei pensato"
"Cosa?"
"Ascoltami, ascoltami bene. Il maledetto contratto capestro, con tutte le sue clausole, ha una cosa positiva: permette ai pazienti, che un giorno saranno i clienti, di registrare delle memorie a cui possono avere accesso i clienti stessi o chi da loro nominati. Io avevo nominato la mia ragazza e in questo mese, anche se separatamente, abbiamo rivisitato le mie memorie. Ora, non so che conclusioni ne possa aver tratto lei, ma io ho raggiunto le mie. Ho 27 anni, sono orfano da 10 di entrambi i genitori e non ho fratelli o sorelle. I miei parenti prossimi a malapena sanno che esisto e dopo aver passato un periodo di merda ho conosciuto lei, la mia ragazza. Sono riuscito a trovarmi un lavoro e a smetterla con la droga, ma nonostante tutti gli sforzi e il suo aiuto ho continuato a giocare spendendo tutto ciò che guadagnavo e forse più. Insieme abbiamo deciso di provare questa strada, consapevoli dei rischi e dei problemi che ci avrebbe causato, ma quei soldi ci servivano per sposarci e l'assicurazione copriva il premio anche in caso di fallimento dell'esperimento. Adesso quei soldi sono nostri, io non ho sognato di avere una famiglia, dei figli; io l'ho ardentemente desiderato e se lei sarà d'accordo con me, manderò tutti al diavolo e mi rifarò una vita nuova, punto"
L'avvocato trattenne il fiato, diventò paonazzo e perse tutto il suo autocontrollo.
"Tu sei pazzo, hai l'occasione della vita e te le lasci sfuggire sotto il naso. Ti copriranno d'oro se continui con il programma, ripensaci bene prima di mollare"
"Ecco, se avevo il minimo dubbio ora me l'hai definitivamente dissipato"
"Idiota, sei un miserabile fallito, sei un numero, sei uno dei tanti. Ne troveranno altri dopo di te, stanne certo"
"Ne sono certo, purtroppo" Lasciò la clinica sicuro di aver chiuso con quella drammatica esperienza.
Fuori nel parcheggio c'era Sonia, la sua ragazza, che lo stava aspettando in macchina e quando lo vide le corse incontro e lo abbracciò mentre le lacrime le riempirono il volto.
"E' finita?" Chiese lei.
"E' finita per sempre" Confermò lui mentre lei lo stringeva forte a se.
"Senti Sonia, ci sposiamo e facciamo dei figli, che ne dici amore?"
"Dico di si amore, facciamolo presto" E così dicendo lei prese una mano di lui e se la appoggio sul ventre.