Scelte

Solo il rombo del motore spezzava la quiete della lunga e silenziosa strada che Marco e Dave stavano percorrendo sulla Dodge affittata per il loro lungo viaggio.
Lo avevano programmato dal primo anno di università e finalmente lo stavano vivendo, il famoso coast to coast negli USA, era il viaggio del dopo laurea e meritava il raggiungimento di una simile meta per essere messo in atto.
“Ma ci pensi Dave, siamo su una highway americana, proprio come nei film!” ‐ disse Marco.
"Già solo che noi non siamo né Thelma e Louise né due pericolosi fuorilegge inseguiti da tutte le polizie degli States." ‐ rispose sarcastico Dave, mentre guidava l’auto a velocità moderata.
"Sbaglio o sento una punta di acidità nella tua voce. Cos’è che non va?" ‐ domandò Marco osservando l’amico che guidava accigliato e con espressione non particolarmente serena.
"Niente... E' solo che da quando siamo in viaggio riflettevo sugli avvenimenti accadutici negli ultimi tempi." ‐ rispose Dave rasserenandosi un po’.
“Appunto non vedo quale siano le tue preoccupazioni, ci siamo laureati insieme tu in informatica ed io in filosofia, stiamo realizzando un progetto pensato all’età di diciotto anni e se proprio lo vuoi sapere tutto ciò che abbiamo vissuto durante quest’anno non mi è affatto dispiaciuto!” ‐ replicò Marco con veemenza.
Il sole stava tramontando creando uno stupefacente gioco di luci ed ombre e lasciando spazio nel cielo alla corte della luna e delle stelle.
Dave accese gli anabbaglianti e continuò ‐ “Ma pensa al corso delle scelte fatte fino ad ora, pensa se non avessi fatto informatica non ti avrei mai conosciuto in quel negozio dove stavi acquistando un computer in previsione di scrivere lunghe tesine filosofiche!”.
Marco rise pensando a quante ricerche e tesine aveva battuto su quel computer e alle difficoltà che che avrebbe incontrato senza il valido insegnamento di Dave all’uso di quell’aggeggio infernale.
“La conversazione sta prendendo una piega fatalistica dunque.
Interessante, il razionale Dave che fa delle elucubrazioni mentali sul destino e magari tra un po’ ti chiederai chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo?”
“Sì! Ammetto che il discorso intrapreso non è dei miei preferiti, ma anche in un programma per computer ci sono dei bivii, delle scelte che si devono fare e che portano l’algoritmo a risolvere il problema in modi diversi.” ‐ disse serio Dave.
"Ok! Comunque non ho ancora capito dove vuoi arrivare." ‐ chiese perplesso Marco.
“Sinceramente, neanch’io so dove voglio arrivare. Stavo solo meditando su come è possibile che in tutti questi anni abbiamo scelto sempre le strade giuste e che nessuno di noi due si sia perso su altri percorsi, ma sai quante variabili ci sono...”
“Fermati, alt, alt, non stai considerando una cosa, la cosa più importante, ciò che ci distingue dalle tue fredde macchine, cioè la volontà umana capace di perseguire un obbiettivo e raggiungerlo, in tutte le condizioni, anche le più avverse” ‐ lo interruppe Marco con forza.
“D'accordo, comunque rifletti su gli ultimi cinque anni passati insieme, dapprima il nostro incontro nel negozio, poi la nascita della nostra amicizia, in seguito i corsi universitari scelti, che sembravano tagliati ad hoc per le nostre due personalità, il che ha permesso il conseguimento delle nostre due lauree nei tempi prestabiliti.” ‐ ribadì Dave.
“E allora? Non riesco ancora a capire...” ‐ disse stupito Marco.
“Sta zitto e ascolta! Hai mai pensato se in quel negozio io avessi scelto di non aiutarti nell’imparare l’uso del computer, o se tu avessi sbagliato il tuo corso di studi, oppure quando abbiamo litigato tu mi avessi mandato al diavolo invece di cercare di rimettere le cose a posto.” ‐ incalzò Dave mentre il sole era ormai sparito e le uniche luci, sulla sinistramente desolata autostrada, erano quelle della Dodge.
"O ancora, se io non avessi preso seriamente la promessa di compiere questo viaggio insieme a te al termine degli studi, pensa adesso potrei essere in vacanza con la mia ragazza e invece sono qui a realizzare un viaggio sognato per cinque anni... Quale sarebbe stata l’ alternativa?"
Marco capì il senso del discorso di Dave.
"Quindi la domanda è questa: saremmo stati più felici o meno felici se avessimo percorso strade diverse da quelle percorse sinora?" ‐ disse Marco ormai coinvolto nel discorso ‐ "Comunque questa speculazione la si può estendere a tutta la vita, ma mi sta bene considerare solo gli ultimi anni. Possiamo provare ad immaginare le situazioni che non abbiamo mai vissuto.”
Dave lo guardò soddisfatto ‐ "Proprio qui volevo arrivare. Simuliamo le nostre vite condizionate dai percorsi alternativi, cammini che a volte non si sono presi per una decisisone a volte istantanea.
Quante volte si è detta la frase: <<se potessi tornare indietro di un giorno o di un’ora o addirittura di un minuto!>>.
Pensaci Marco un’intera vita condizionata da un evento di un minuto."
“In effetti è un’ ipotesi raggelante comunque reale.” ‐ disse cupo Marco.
"Allora comincio io" ‐ disse Dave.
La notte era ormai inoltrata ed era una notte calma di una quiete innaturale, silenziosa e non c’era un alito di vento, l’unico essere animato era l’auto che sfrecciava sulla strada.
“Dunque se in quel negozio ti avessi ignorato, non ti avrei mai conosciuto, quindi l’unica conseguenza sarebbe stata la perdita di questo viaggio.”
"Molto materialista devo dire!" ‐ disse ridendo Marco.
“Ok anche la perdita di una bella e lunga amicizia. Ma passiamo ad un’altra scelta, se avessi sbagliato facoltà, probabilmente avrei lasciato gli studi e mi sarei messo a lavorare come impiegato, ciò avrebbe implicato un addio alla goliardia in cambio di responsabilità, ragazza fissa con probabile matrimonio, insomma una vita già disegnata, senza le incertezze che ancora mi si profilano.”
“Materialista e pessimista.” ‐ disse Marco.
“Se non avessi deciso di frequentarti, non avrei conosciuto la mia attuale ragazza, tu sai che la considero perfetta per me.” ‐ concluse Dave.
"A grandi linee anche la mia vita alternativa, che non sarà mai, sarebbe andata come la tua, anche se rimane sempre una serie di ipotesi e non di certezze.
Ad esempio anche da impiegato avresti potuto vincere alla lotteria e vivere da nababbo, oppure avresti potuto conoscere una tua collega d’ufficio, che magari ti avrebbe irretito più della tua attuale dolce metà e così via..." ‐ replicò Marco.
“Già hai ragione, però chi ci dice che il cammino intrapreso attualmente non ci porti ad un triste traguardo.” ‐ disse lugubre Dave.
“Insomma stasera ti è venuta la mania di emulare Nostradamus, nessuno può conoscere il proprio futuro, al massimo puoi basarti sulle probabilità e sulla tendenza che il corso degli eventi sembra aver preso!
E da come si sono messe le cose non sembra che il 'traguardo' sia così triste.” ‐ disse un pò alterato Marco.
Dave lo guardò serio, poi si allacciò la cintura di sicurezza.
“Marco sai molte volte le scelte che sembrano le migliori possono essere le peggiori.”
“Ma cosa stai dicendo? Adesso non ti capisco proprio, che c’entra questa ovvietà? ” ‐ disse Marco con un misto di curiosità ed una punta di timore per qualcosa che nemmeno lui capiva, ma che sentiva addosso.
Dave accellerò spingendo al massimo la macchina, Marco rimase ammutolito, Dave frenò bruscamente, le sue braccia si tesero sul volante, la cintura si bloccò al sedile, l’ auto si fermò.
Dave guardò accanto e vide la testa di Marco spaccata contro il parabrezza, ormai in frantumi vermigli, stette a guardare il corpo esanime dell’amico per un’ora, in completo silenzio.
“Avresti dovuto scegliere di non chiedermi aiuto cinque anni fa.”