UNA SIGNORA DI CLASSE

Era viale delle Belle Arti dove Lucrezia era andata ad abitare una volta trasferitasi a Roma dalla Sicilia. Insegnante di lingue aveva scelto come residenza la capitale per dimenticare una disgrazia che le era accaduta, suo marito Federico dopo quindici anni di matrimonio, con la faccia più tosta del mondo le aveva confidato un suo nuovo amore. Matilde era una modella francese che per lei il più non giovane marito (era cinquantenne) aveva abbandonato il tetto coniugale in quel di Messina, una bellissima villa Giardini Naxos, la spiaggia di Taormina. Dopo il primo ovvio sgomento Lucrezia aveva deciso di trasferirsi nella capitale dove erano vissuti i suoi genitori che le avevano lasciato in eredità un appartamento di lusso in Viale delle Belle Arti, quinto piano, una panorama sul Tevere. Lucrezia aveva ingaggiato una ditta di pulizie che in due giorni aveva messo a lustro l’abitazione, finalmente libera. Al pian terreno vicino alla cassetta delle lettere aveva incontrato un circa trentenne che rimase imbambolato a rimirarla, la dama senza sorridere uscì dal portone salutata dal portiere Gigi che si tolse il cappello accennando ad un inchino e poi vicino ad Alberto: “Ammazzete che figa!” Alberto seguì con lo sguardo la dama poi si fece dire da Gigi tutto quello che sapeva sulla nuova arrivata: “Si chiama Lucrezia, ha l’alloggio al’ultimo piano sopra a quello tuo, a me me sà che andrai in bianco, lo sguardo verso gli uomini de madame nun fa presagì gnente dé bono.” La signora che era abbigliata con gonna sotto il ginocchio e tailleur grigio, tacchi medi, nessun trucco, si poteva immaginare un bel corpo, il viso, qualora avesse avuto un’espressione meno corrucciata sarebbe stato piacevole. Alberto in via Omero, vicino casa e a Villa Borghese aveva uno studio di fotografo molto apprezzato dagli appassionati, oltre ad una Canon Eos 80 D ed un’altra 850 D con zoom, aveva ancora con sé una Nikon 35/135. Inoltre nel suo laboratorio posto sotto il negozio aveva sistemato un’apparecchiatura sia per stampare pellicole in bianco e nero che quelle a colori ormai usate solo dagli aficionados. Aveva come ‘pischello dé bottega’ Romoletto, vent’enne molto appassionato del settore che poteva dirsi aver superato in bravura il maestro. Infatti quando Alberto andava in ‘camporella’ con la giovane di turno gli lasciava le redini del negozio e del laboratorio. Un conto andare con la sciacquetta per lo più ben remunerata, altro fantasticare di stringere ‘amicizia’ la signora Lucrezia, per lui era una sfida anche contro Gigi che gli aveva preannunziato tempi duri per il suo fascino di quarantenne. Colpo di genio: scrivere dei bigliettini ed inserirli nella cassetta delle lettere di Lucrezia. Primo bigliettino: ‘Madame l’ho vista e l’ho ammirata per la sua classe, da lei vorrei un consiglio come conquistare una donna di stile, attualmente penso di avere delle difficoltà…” Lucrezia stava uscendo quando aprì lo sportellino della posta in arrivo, pensò ad una comunicazione dell’Amministratore del condominio, mise il biglietto in borsa. Al rientro nell’appartamento lesse più volte lo scritto stampato al computer, era confusa, chi poteva essere ma…Pensò bene di scriverci nel retro: ‘Chiunque lei sia ha sbagliato persona, non sono una consolatrice di cuori solitari’, lo posizionò fuori della cassetta delle lettere. Alberto lo lesse e imbucò altro bigliettino nella casetta di Lucrezia, si era messo d’accordo col portiere col quale condivise il segreto, lauta mancia… Quando Lucrezia la mattina dopo passò dinanzi alla cassetta della posta, non ci pensò un attimo, tirò dritto, immaginò una risposta dello sconosciuto ma al ritorno prevalse la curiosità e…”Gigi ha visto chi ha messo stò scritto nella mia cassetta?” “Ero uscito un attimo per fare degli acquisti, mi dispiace…” “Dal suo sguardo triste ho pensato che lei fosse irata non a’ patri numi ma nei confronti dei maschietti per uno sgarbo ricevuto, ho indovinato?” Maledetto, aveva indovinato!” “Di grazia cosa vuole da me?” “Come già scritto solo dei consigli, c’è una signora che mi interessa che ha i suoi stessi problemi, le sarei grato se…” Lucrezia stavolta pensò bene di non rispondere né lo fece nei giorni successivi, non le interessava più chi fosse l’ignoto spasimante. Un avvenimento cambiò in bene la vita di Lucrezia, l’arrivo a Roma a casa sua della figlia Rossella che era rimasta in Sicilia col padre per seguitare a studiare. Il genitore Federico con sottobraccio l’amante Matilde preferì girare per Roma a piedi per fare il turista, la Bentley in garage. Rossella convinse la madre ad incontrare il suo ex con la nuova compagna: “Mammina cara la guerra non la vince nessuno, anche i vincitori lasciano sul campo morti e feriti, sei una signora nello stile e nell’animo, era scritto che…” “Va bene vedo che sei diventata una donnina saggia, d’altronde Federico è sempre ufficialmente mio marito, anche lui non vuole divorziare, nella vita non si sa mai…” “Non pensi di rifarti una vita? Sei ancora in forma splendente e sicuramente avrai dei mosconi…” “Ora penso solo a godermi la tua presenza, l’anno prossimo se vorrai potrai iscriverti alla quinta ginnasiale nell’Istituto Torquato Tasso dove io insegno. Mi sento magnanima, incontrerò tuo padre e la modella come si chiama…” “Lo sai benissimo, la mademoiselle s’appelle Matilde come la canzone Matilde di Harry Belafonte.” “Ti sbagli, la canzone dice: “Matilda, Matilda ha preso i soldi ed è fuggita in Venezuela…” “Mammina ti voglio un bene infinito, mi fai una promessa?” “Ho capito pace e bene con Federico e con la compagna, falli venire a casa mia.” “Mamma ti presento papà e Matilde…” Lucrezia dovette ammettere a se stessa che la ragazza aveva molto stile, da modella era ben vestita, le fece una buona impressione. “Oggi è domenica e la cuoca non viene, vi invito al ristorante che porta il nome della via dove abito, non ci sono mai stata, ne dicono un gran bene.” Lo chef de range si presentò: “Sono Jean Baptiste, ai vostri ordini, abbiamo due menù uno con piatti locali ed un altro con piatti di cucina internazionale.” Intervenne Federico: “Sapevo che Baptiste era il nome di un maggiordomo.” “Signore se permette non sono d’accordo con lei, era anche il nome di un generale francese, il suo significato è dono di Dio ed ora trascriverò i vostri ordini.” Federico aveva fatto una pessima figura, Lucrezia lo guardò in viso, in passato aveva un’altra immagine di lui, forse l’amore l’aveva accecata, Federico era un ‘grossier’ per dirla alla francese. Anche con l’aiuto di un Amarone d’annata l’atmosfera si rasserenò, Federico lasciò una mancia esorbitante così voleva cancellare la brutta figura fatta in precedenza ma peggiorò la sua posizione, è volgare dare mance spropositate. Matilde era stata molto riservata, Rossella era quella che manteneva su l’atmosfera allegra, tirò fuori un aforisma in dialetto siciliano: ‘A atta ch’un po’ arrivàri à saimi dici ch’è rancida.’ Un po’ tutti compresero il significato della frase solo che non capirono a chi era diretta, Lucrezia aveva le polveri bagnate… Il giorno dopo Rossella il mattino prestò svegliò la madre infilandosi nel suo letto. “Cara mammina, il tempo passa in fretta, dico una cosa ovvia, pensi di restare sola tutta la vita, papà non lo recupererai e forse non ne vale nemmeno la pena, non vorrei che facessi la fine di una delle sorelle che…La barzelletta: tre sorelle in auto hanno un incidente stradale e muoiono contemporaneamente. Si presentano in Paradiso a San Pietro che:”Ditemi ragazze cosa avete fatto in vita?” La più grande: “Io l’ho data ai militari.” “ Bene in Paradiso per amore di Patria e tu?” La seconda: “Io l’ho data ai Preti.” “Brava, in Paradiso per amor di Dio e tu?” “ Io sono vergine.” “Vergine’? Hai preso il Paradiso per un pisciatoio? All’inferno!” “Che mi hai voluto dire o meglio l’ho capito, devo rimodulare tutta me stessa, ti promesso che lo farò col tuo aiuto ed ora lasciami in braccio a Morfeo.” “Potevi scegliere un altro Dio quello ti fa solo dormire!” Rossella pareva scatenata, aveva preso da parte Gigi e con una buona mancia si era fatta raccontare la storia dei biglietti ricevuti da sua madre. D’Impulso si recò nello studio di Alberto che era al piano sottostante a stampare foto. Intervenne Romoletto: “Sopra c’è una signorina che vuol farsi delle foto tessera, ha chiesto espressamente del titolare.” “Com’è, ne vale la pena?” “Salga, qui sotto rimango io.” Alberto stancamente salì le scale ma alla vista di Rossella aprì bene gli occhi: “Mi sembra di averla vista da qualche parte o mi sbaglio?” “ “Si sbaglia, lei mi confonde con mia madre cui assomiglio molto, sono venuta a conoscenza dal portiere del vostro caseggiato della storia dei bigliettini, che ne dice se faccio come dire da paraninfa fra lei e mia madre.” Alberto ebbe bisogno di sedersi, dinanzi a lui si aprì una nuova prospettiva di vita cui aveva pensato ma che aveva compreso fino a quel momento che non era possibile attuare, Rossella proseguì: “Si metta in ghingheri, alle tredici a casa di mia madre con mazzo di rose rosse, spero non sveniate ambedue.” Alberto e Rossella passarono dinanzi a Gigi che se la rideva alla grande: “Fai l’imbecille, tra poco arriva Pasqua, nein mance!” Alberto era passato a casa sua a sbarbarsi, doccia profumata alla violetta, vestito sportivo con cravatta fantasia, era proprio elegante. Suonò il campanello a casa di Lucrezia. “Mamma vai tu a vedere chi è, devo andare in bagno.” Dinanzi ad Alberto munito di un fascio di rose Lucrezia rimase basita, non le ci volle molto a capire quello che aveva combinato quella puttanella…”Si accomodi signor Alberto o vuole inviarmi altri bigliettini?” “Veramente è stata sua figlia…” “Appena la pizzico…” “Mamma mi vuoi sculacciare, non sono più una bambina…” “Peggio, sei una ruffiana spudorata, almeno potevi avvisarmi, sono vestita di casa e il signor qui presente è estremamente elegante sicuramente dietro tuo consiglio.” “Signora Lucrezia, prima di imbarcarmi in una piacevole avventura vorrei sapere una cosa: lei ha molto in comune con sua figlia, la nostra sarebbe una battaglia continua…” “Penso proprio di si, scelga lei anzi tu, ritengo che al matrimonio avremo meno spese, le foto saranno gratis…Alberto aveva compreso che la sua futura liaison sarebbe stata bellamente burrascosa!