Al reparto perduti

Puntuale e fatidica
compare alla porta
la megera 
in carne e aghi
Altra dose di morte dipinge
sugli spettri
degli irrecuperabili 
Scolpisce il reparto 
di balzi leggeri
sul marmo viscido
seminato 
a chiazze
di pianti disperati
Ammaliante è
sempre più
dagli occhi di sparviero
tuttavia
nessuno ha coraggio 
di curarsene 
Solo lo specchio
ancora pensante
che domina il fondo 
tintinna sprovveduto
come la terra
sotto l’accanimento d’un treno 
ad alta velocità.
L’angelo candido
incede 
senz’anima
scopre gli avambracci
sfatti di rassegnazione
e colpisce