Perché... le stragi del sabato sera

Perché è sempre così febbrile
la voglia
di afferrare l’orizzonte,
perché ogni strada, ogni curva
sono come fili di lana
attorcigliati sulle dita,
perché non lasciano mai che il respiro
si posi sull’ombra di una foglia,
perché…

Io, come un pallido graffio sull’orizzonte,
osservo le notti inchinarsi
all’oro e al vento di queste meteore inquiete.

Posso solo chiedermi perché,
perché quando l’alba piange
l’agonia di tanti sogni infranti,
non sappiamo tergere con quest’ acqua benedetta
la vergogna e il dolore che bagnano il cuore.

Perché li lasciamo andare così,
senza una parola,
senza il senso del ritorno,
perché noi nell’attenderli
li crediamo vincitori
e immortali noi stessi,
perché…

Il muto orizzonte osserva
e tace il suo segreto
lasciando che il miraggio dell’infinito fondo
avvinca ancora e sempre
fino all’ultima alba.