I vasi della vita

Ne erano passati di anni: tanti che statisticamente segnalavano col medesimo numero le sempre più frequenti scomparse di conoscenti, amici e perfetti sconosciuti rintracciati nei necrologi e nella cronaca giornalistica. Occoreva urgentemente una tecnica distraente dal pensiero che magari era il prossimo. Così escogitò il trucco dei vasi. S'immaginava uno di questi contenitori volta per volta da modellare con la fantasia: rotondo, quadrato, a stella, con forme umane, animali o vegetali. L'esercizio gli assorbiva tutto l'ingegno nel passatempo che complicava di materiali unici come marmi, cristalli, bronzi, mille metalli preziosi e svariate rarissime pietre. Come la mente aveva perfetto un vaso, si trattava di riempirlo, ma prima c'era da dargli un tema: amore, odio, pace, guerra, mare, terra, cielo. L'etichetta era stimolo a comprendere i suoi sottoinsiemi ed era un gioco, ad esempio, attaccare all'amore uomini e donne insieme a milioni di animali di tutte le specie. L'amore certo, per dirne una, non si colmava con gli elenchi, ma richiedeva storie con finali commoventi nel bene e nel male. Ci mise vent'anni a dirsi soddisfatto di quel vaso. Avete compreso? Con la confezione dei vasi incuriosiva la Morte che si guardava bene dal portarselo via. Credo che sia ancora da qualche parte lo scrittore ed è solo al secondo vaso.