Il più sfigato

La nostra vita è un lungo srotolarsi di eventi, i più vari… senza che ce ne sia uno che si sia svolto in modo preciso, uguale a come l’abbiamo pensato o programmato. Eventi positivi che ci hanno regalato attimi sereni o felici ma anche eventi negativi con il loro corollario di sofferenze e dolori. E, il più delle volte, noi lì a guardare, spettatori inermi mentre intorno il mondo girava a velocità astrali e uomini belli, forti e imbattibili vivevano una vita da star nel luminoso palcoscenico dei vip.
Uomini super o supereroi. Personaggi che di solito vivono nella fantasia degli scrittori,  animano intere pagine di fumetti più o meno famosi e sono ammirati per le loro gesta al di sopra delle umane forze... gesta da superman, appunto.
Nella vita reale difficile incontrarne uno. Eroi che vantano salvataggi di intere flotte di naufraghi, di città che bruciano sotto incendi dolosi. L’eroe che possiamo incontrare noi comuni mortali al massimo ha evitato uno scippo o si è tuffato vestito in un fiume per trarre in salvo un uomo che voleva annegare.
I grandi eroi a noi non è dato conoscere o almeno se non in molto ma molto sporadico. Per questo credo che non siano così amati come forse meriterebbero. La distanza che li divide da noi, esseri umili e per nulla potenti, è tale che difficilmente permette di approfondirne la conoscenza, di entrare in un empatia emotiva con loro che li renda amabili o inneschi la gestazione che dia vita all’amicizia o altro nobile sentimento. Tutt’al più vengono idealizzati, identificati con una divinità che rimane comunque lontana dal mondo materiale.
Quindi la nostra simpatia più facilmente nasce per chi come noi, lotta quotidianamente con gli eventi del mondo, che cerca di superare le difficoltà con i deboli mezzi che ogni uomo ha a disposizione.
E più è sfigato e più tutto gli va male, più ci sentiamo vicini a lui e ci sembra che le corde della simpatia e della condivisione vibrino decisamente. I nostri sensi di contro, o forse è solo una distorsione generata dal nostro schierarsi a sfavore,  ci rimandano un’immagine arrogante, superba e distaccata del superman di turno. Ci sembra privo di sensibilità e emozioni umane, mentre troviamo che la sua persona esondi narcisistiche pose da copertina di riviste patinate.
A chi veste lo scomodo abito dell’antieroe attribuiamo bontà e umiltà e per lui nutriamo trasporto e simpatia... e, a guardarlo bene, troviamo nei suoi occhi lo sguardo umido e dolcissimo del bastardino che a volte ci segue e non chiede altro che un pezzo di pane che ripagherà mille volte con il suo affetto.