Dal capitolo 1 L'amore vince sempre un amore regal

ESTRATTO DAL CAPITOLO "Sul tetto"

Ellie Allie, era sul tetto, come sempre. Amava i tetti e ci
saliva quando voleva nascondersi.
Ricordò tutto quello che aveva vissuto dalla prima volta
che era salita lassù con qualcuno accanto fino a quel
giorno.
Era così bello, all'epoca. E pensare che avrebbe potuto
esserlo ancora di più, se non fosse successo nulla durante
quella festa. Se solo non avesse chiesto ai suoi genitori
l'unica cosa che desiderava davvero, non sarebbe
successo niente di male a nessuno, né durante la festa né
dopo.
Il vento soffiava e i capelli di Ellie Allie svolazzarono,
mentre aria fresca le sfiorava il viso dolcemente, come
per voler cancellare tutte le lacrime che stava versando. I
nuovi ricordi che le erano passati per la mente l'avevano
fatta piangere ancora di più. Continuò a pensare, cullata
dal vento fresco del nord.
Le immagini di due feste conclusesi nel sangue
passarono nella mente di Ellie Allie. Due balli, due feste,
molte vittime e alcuni attentatori mascherati. Se solo non
avessero portato la maschera, la prima volta, lei avrebbe
potuto risolvere la situazione una volta per tutte. Avrebbe
dovuto capirlo subito, ma l'unico indizio che aveva non
le era servito. Era distrutta. Era colpa sua se tutte quelle
persone erano morte? No, ma se qualcuno era rimasto in
libertà per lungo tempo sì. La sua memoria avrebbe
dovuto lavorare per lei, non contro se stessa. Invece no:
da un trauma ne era nato un altro e quindi blackout
parziale!
Ellie Allie sospirò, sempre seduta sul tetto coi capelli al
vento e il viso esposto al gelo. Non le importava di
questo: lei stava bene al freddo. Non aveva problemi a
stare lì. Si era persa nei ricordi della prima festa finita
male. Inizialmente, tutto era meraviglioso; sembrava di
essere ne Il ballo del Ceppo di Harry Potter. Lei era così
felice ed aveva programmato tutto, ma non era così che
doveva andare a finire la sua storia. Il sospiro che aveva
emesso, ne era la dimostrazione. C'era una vera e
propria differenza tra quel ballo e quello del quarto
romanzo del Wizarding World. In Harry Potter, durante
il ballo, nessuno veniva attaccato e nessun genitore
moriva, lasciando la corona alla figlia.
Ellie Allie aprì e chiuse gli occhi più volte. Era di nuovo
sul tetto, presente a se stessa. I ricordi se n'erano andati.
Doveva imparare che, quando tutto va bene, finisce male
all'ultimo. Come era andata male con Maven, con
Emma, con la sua famiglia e con tutto il resto.
Ricominciò a piangere. L'unico posto sicuro era il tetto.
Non c'era niente da fare. Non poteva fare altro. Doveva
restare lì. Finché fosse rimasta sul tetto, niente le
avrebbe fatto male. Doveva dimenticare? Non lo sapeva.
Non aveva idea di cosa dovesse fare ora. Guardò il
telefono che continuava a vibrare. Non era il momento di
rispondere a sua cugina. Aveva parlato abbastanza con
Emma. Avevano chiuso col passato, ma quel giorno,
sembrava che la cuginetta snob volesse riaprire vecchie
ferite. Non era un bene che fosse proprio lei a farlo, visto
cosa era accaduto in precedenza, ma sembrava che
Emma volesse sfogare il proprio dolore, accusando il
mondo intero. Se Ellie Allie si fosse messa ad analizzare
il 'caso Emma' da professionista quale era, avrebbe detto
che la cugina stava 'generalizzando'. Il fatto che proprio
la piccola snob si mettesse a dare giudizi, rendeva
impossibile ad Ellie Allie uno studio lucido del
problema. Emma soffriva così tanto che voleva
trascinare con sé tutti. Era una reazione che lei
conosceva, ma, in questo caso, non era in grado di
cambiarla. Chi avrebbe potuto farlo non c'era più ed
Emma sapeva benissimo perché. Un po' di gratitudine
non avrebbe guastato, ma da snob quale era, la cuginetta
non riusciva ad evitare il sarcasmo. Perché non voleva
parlarle? Perché Emma aveva distrutto l'unica certezza
che le era rimasta sull'amore. Non era colpa sua, se era
successo quello che Emma le aveva detto poco prima.
Era una vittima. Allora perché Ellie Allie non voleva
parlarle?
Era appena uscita dall'orfanotrofio dove aveva deciso di
fare volontariato, quando Emma aveva telefonato. In
orfanotrofio, Ellie Allie, aveva avuto il piacere di
conoscere Christopher, un bambino con le orecchie a
sventola e il naso lungo. Gli altri bambini lo chiamavano
Dumbo. Lei, però, aveva notato del potenziale in quel
bambino. Aveva avuto un'idea folle, per farlo integrare
coi compagni, e voleva tornare a casa per preparare tutto.
Emma, però, aveva rovinato i suoi piani. L'aveva
chiamata in lacrime, dicendo che Rupert, il suo fidanzato
storico, la tradiva. Emma non sapeva se buttarlo fuori di
casa o no. Lo scandalo sarebbe stato enorme. Le persone
influenti erano sempre sotto i riflettori ed Emma non
gradiva che qualcosa scalfisse la sua immagine di
perfezione. Il cuore di Ellie Allie si era rotto in mille
pezzi. Era l'ennesima volta che accadeva, ma non poteva
impedirgli di farlo. L'unica cosa che la faceva credere
nell'amore era la coppia Emma e Rupert. Lei, a parte la
cugina, aveva perso tutto anni prima.
“Io lo butterei fuori di casa e fine. Chi se ne importa
dello scandalo!” le aveva detto, arrabbiata. “Lo avrei
fatto subito, al tuo posto, se...”
“Se Maven fosse con te. Ormai non c'è. Puoi consolarti
col fatto che non ti avrebbe mai tradita” aveva concluso
Emma, interrompendola.
“Non ha avuto il tempo di fare nulla, e noi sappiamo
grazie a chi” aveva replicato lei, offesa. Aveva chiuso la
telefonata, si era messa a piangere. Subito dopo andò a
casa per salire sul tetto della casa in cui viveva. Dopo
quello che era successo a Maven, Ellie Allie, aveva
ricominciato a scambiare i ruoli con Emma. Si era
trasferita proprio sul confine, in una specie di terra di
nessuno. Voleva scomparire e lasciare ad Emma la
possibilità di comandare al suo posto. Emma desiderava
da sempre quel ruolo e non era colpa di Ellie Allie, se
non era nata nella culla più importante del paese. Se
fosse stato per lei, avrebbe chiesto di essere una persona
comune e non potente solo per diritto di nascita. Ellie
Allie credeva che fosse un bene avere una cugina più o
meno identica. Non voleva più essere influente e
comandare, o almeno non desiderava mantenere il
proprio ruolo troppo a lungo. Solo Emma e i Lewis, la
famiglia di Maven, sapevano che in quel momento non
era lei a prendere le decisioni per il paese. In effetti lei
lasciava ad Emma un elenco di compiti, ma se capitava
un imprevisto, era la cugina a doversene occupare. I
Lewis non avrebbero aperto bocca, volevano troppo bene
ad Elle Allie per farle un torto del genere, ma Emma? Se
Emma avesse detto a Rupert cosa stava facendo
ultimamente e, per questo, lui si era arrabbiato tanto da
tradire la ragazza che diceva di amare? Lei si era
accordata con Emma perché credeva che, in un certo
senso, la cugina le dovesse qualcosa. Maven non c'era
più e, anche se non era esattamente colpa di Emma se lui
se n'era andato, era l'unica a cui poteva chiedere
qualcosa senza diventare davvero la 'Regina di Cuori',
come la chiamavano i suoi nemici. Ellie Allie sospirò.
Povera Emma, stava pagando le colpe di altri e le proprie
omissioni. Se aveva reagito così, però, era per colpa di
altri, non sua. Doveva richiamarla.
“Pronto?”
“Pronto? Dove sei?” chiese Emma.
“Sul tetto” rispose la cugina.
“Sul tetto di nuovo? L'ultima volta...”
“Non parlare dell'ultima volta! Sai che non ci sono arrivata e anche perché. Di chi era la colpa?” urlò Ellie
Allie. Chiuse di nuovo la chiamata. Sentiva ancora
dolore come allora. Quando aveva perso Maven stava
cercando di salire sul tetto per mettersi al sicuro. La
prima cosa che aveva fatto, una volta diventata
ufficialmente 'una burlona', ovvero una del gruppo di
buontemponi fondato da Maven, era stato cercare la
mappa dell'istituto in cui studiava. Le serviva per riuscire
a capire come arrivare al tetto. Ci era andata più volte e,
anche questo, aveva contribuito a renderla degna
compare del gruppo dei buontemponi della scuola. Era
una gran prova salire così in alto senza aiuto! Il secondo
giorno più brutto della sua vita, stava salendo sul tetto
della scuola, ma non era andata come si era aspettata.
Ripensò a come Emma parlasse dei Lewis e di Maven.
Per sua cugina erano tutti uguali. Generalizzava da anni
riguardo ai componenti di quella famiglia.
‐Peccato solo che si sia scelta il cugino di un Lewis come fidanzato. Allora l'amore è davvero cieco‐ pensò.